mercoledì 24 dicembre 2008
Buoni?
lunedì 22 dicembre 2008
Grazie, Raimondo
domenica 21 dicembre 2008
Arte liberista
venerdì 19 dicembre 2008
Premio Dardos
mercoledì 17 dicembre 2008
Questione morale
Sinistri monologhi
C'è un personaggio capace d'incarnare da solo la crisi dello sgangheratissimo popolo della sinistra organizzata, quella che ormai non sa più a cosa aggrapparsi per restare a galla. "Walter Veltroni? Renato Curcio? Rick Astley? Gino Strada?" direte voi. No, ragazzi, avete sbagliato. Si chiama Paolini. Se il nome non vi dice nulla provate a pensare a quell'esagitato che cerca visibilità aggredendo alle spalle gli inviati dei telegiornali moderati: col parruccone nero in testa e un cartello pieno di sconcezze in mano (insulti e accuse - perlopiù irriferibili - a personalità quasi sempre meritevoli di stima) riesce spesso a raggiungere i microfoni e ottenere quello spazio che gli è riconosciuto solo nella statalmente assistita TeleKabul – intoccabile cattedrale allo spreco di danaro pubblico benedetta da sindacati e poteri forti.
In quel tempio dedicato alla noia i suoi show possono durare anche delle ore. Senza contradditorio alcuno, come è nella tradizione staliniana. Veri e propri monologhi che diventano l'occasione per fare a pezzi i fiori all'occhiello del nostro paese. Ecco la tragedia del Vajont trasformarsi in un pretesto per demonizzare in un colpo solo quelle grandi opere che tanto servono al nostro sistema e il laborioso popolo del nord-est - irriso da Paolini con un improvvisato quanto approssimativo accento veneto. In un altro se la prende con la nostra compagnia di bandiera alludendo ai soliti complotti massonico-pluto-giudaici (avallati dai perfidi Stati Uniti d'America pre-Obama, of course). La solita storia trita e ritrita, insomma. C'è ancora qualcuno che desidera sapere cosa sia successo a Ustica il 27 giugno 1980? La risposta è: no. Chi deve far funzionare la locomotiva Italia non ha tempo di voltarsi indietro - per scoprire cosa, poi? Parolaio irriducibile, professionista del nulla; Paolini canta il mito dell'operaio buono, le eroiche gesta del Sergente bolscevico che sconfigge i cattivissimi fascisti tra le nevi ucraine e quel mito dell'Italia che non c'è più (per fortuna, aggiungiamo noi) che è il core business del PD-DS-PDS-PCI: ma lo spazio garantitogli dalle camarille del teatro più irregimentato evidentemente non gli basta, così lo vediamo sulle reti libere lanciare anticoncezionali e inneggiare alla sessualità sfrenata da perfetto reduce sessantottino, impedendo il lavoro di qualche povero corrispondente Rai o Mediaset troppo intimidito per rispondergli come fece dieci anni or sono il compianto Paolo Lotar Frajese a Parigi: con un calcio simile a quelli che alle ultime elezioni gli italiani hanno dato alla partitocrazia che ha sempre protetto questi guitti dalla protesta facile, cancellando definitivamente la sinistra dal Parlamento e dalla Storia. E ora a lavorare!
[Originariamente pubblicato su Giornalettismo il 1 - 12 - 2008]domenica 14 dicembre 2008
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Sondaggi
mercoledì 10 dicembre 2008
martedì 9 dicembre 2008
Dove eravamo rimasti?
lunedì 1 dicembre 2008
venerdì 28 novembre 2008
Professionisti della democrazia
I professionisti della bontà hanno usato la genetica, con Gigi Cavalli-Sforza (Geni, popoli e lingue, Adelphi, Milano 1996), per spiegarci che il razzismo non ha ragione d'essere giacché la razza umana è una sola. Prima ancora ci avevano insegnato a diffidare di quel talento nazionale che fu Cesare Lombroso, criminologo scomodo e controcorrente. Ma alla predica non corrispondono sempre le azioni, e ogni regola ha la sua eccezione: la colpa mafiosa, guarda un po', è invece scritta nel dna e si tramanda di padre in figlio. E non venga in mente all'accusato di difendersi con "la parola, lo scritto e ogni altro mezzo", per lui lo sputtanatissimo articolo 21 - sì quello che dà il nome a molto progressiste associazioni e in nome del quale spesso si difendono i privilegi della solita compagnia di giro – non ha alcuna validità.
La venerazione del sacro totem costituzionale si è interrotta in occasione della dignitosissima lettera spedita da Vincenzo Santapaola al quotidiano La Sicilia, pubblicata giovedì 9 ottobre a pag. 37. Enzuccio, figlio del più celebre Nitto, è stato arrestato l'ultima volta il 3 dicembre 2007 durante l'operazione Plutone ad opera della Dia, che rastrellò una settantina di molto presunti mafiosi accusati di associazione mafiosa, estorsioni, rapine e traffico di sostanze stupefacenti (e chi più ne ha più ne metta – verrebbe quasi da commentare); ma era dal '92 che la cosidetta giustizia gli teneva il fiato sul collo, riuscendo spesso a portarlo dietro le sbarre.
Per fortuna, se non un giudice a Berlino, c'è almeno un giornale a Catania. Iddio ci conservi l'illuminato Mario Ciancio Sanfilippo, editore e direttore de La Sicilia, già organo del Partito liberale siciliano, inno al garantismo di scuola meridionale, quello per cui il momento magico, quasi religioso, della giustizia è l'assoluzione, non il tintinnio delle manette. In quell'oasi di libertà Santapaola ha potuto esprimere la propria rabbia, con il giusto rilievo tipografico, senza tagli né inutili commenti a orpellare l'urlo. "Mi trovo indagato perché nel corso di alcuni colloqui, intercettati nel carcere di Catania, un detenuto parla di un tale «Enzuccio» (che l'Autorità giudiziaria ha ritenuto essere la mia persona) e raccomanda a un congiunto di prendere contatto con lui (incidentalmente osservo che, anche a concedere che i due parlino di me, tale incontro, come provato in atti, non è mai avvenuto)".[…]"Ebbene, purtroppo debbo constatare che il nome che porto è per me (come per mio fratello Francesco) una continua fonte di guai, a causa di persone, che, anche senza conoscermi, anzi nella quasi totalità senza conoscermi, usano e abusano del mio nome e di quello della mia famiglia. E ciò avviene quotidianamente in questa città, che non riesce a dimenticare pagine di cronaca e di storia ormai lontane e chiuse".
Apriti Cielo (d'Alcamo). Repubblica che si scandalizza. Professionisti dell'antimafia che sollecitano un'indagine per capire come un detenuto al 41 bis possa mandare lettere a giornali. E Gramsci che si rivolta nella tomba: si sforzino almeno di cambiare il nome dei loro gruppetti antropologicamente superiori se arrestare la marea giustizialista che ha inondato la sinistra da qualche anno gli risulta tanto difficile. É lecito chiedersi dove sarebbero andati a finire i Quaderni dal carcere con i manettari della sinistra pacifinta al potere. Tutto ciò in attesa di un referendum con marchio grillino che garantisca l'esercizio della libertà di parola solo ad anchorman moralisti con programmi sul secondo o terzo canale Rai, guitti finanziati col denaro pubblico per aizzare la plebe contro il nemico di turno o blogger miliardari.
[Originariamente pubblicato su Giornalettismo il 5 - 11 - 2008]
giovedì 27 novembre 2008
C'è un giudice a Como?
mercoledì 5 novembre 2008
Bavaglio democratico
sabato 1 novembre 2008
giovedì 30 ottobre 2008
mercoledì 29 ottobre 2008
lunedì 27 ottobre 2008
"No politica"
Meglio così. Dai tempi di Vittorio Pozzo (allenatore della nazionale di Beppe Meazza detto il Balilla, che vinse in casa nel '34 e in Francia, sotto i fischi degli antitaliani, quattro anni dopo) a quelli di Marcello Lippi la ricetta per vincere i mondiali resta uguale: tanto duro lavoro e pochi spettacoli. E allora sì che i risultati arrivano. PO POPO PO PO POOOOO!
[Originariamente pubblicato su Giornalettismo il 21-10-2008]
mercoledì 22 ottobre 2008
martedì 21 ottobre 2008
"No politica"
lunedì 20 ottobre 2008
Polito is the new Saviano
sabato 18 ottobre 2008
L'arte di arrangiarsi
venerdì 17 ottobre 2008
Épater les bobos
mercoledì 15 ottobre 2008
martedì 14 ottobre 2008
Una modesta proposta
lunedì 13 ottobre 2008
Ci sarà un giudice a Berlino?
sabato 11 ottobre 2008
Ciao Jörg
venerdì 10 ottobre 2008
A cercar la bella morte
giovedì 9 ottobre 2008
Vol à la portière
martedì 7 ottobre 2008
venerdì 3 ottobre 2008
Il matrimonio di Lorna
mercoledì 1 ottobre 2008
La solitudine del Riformista
lunedì 29 settembre 2008
Starve the cat
venerdì 26 settembre 2008
giovedì 25 settembre 2008
I professionisti dell'anticamorra
mercoledì 24 settembre 2008
Non siamo mica in Combonia
Un eroe borghese
lunedì 22 settembre 2008
Il libro nero dell'antirazzismo
sabato 20 settembre 2008
Nel quartiere dove il business porta la pace
giovedì 18 settembre 2008
Der Einzige und sein Eigentum
martedì 9 settembre 2008
giovedì 4 settembre 2008
lunedì 25 agosto 2008
giovedì 14 agosto 2008
Starve teh Coubertin
giovedì 7 agosto 2008
Sogno di una notte di mezza estate
giovedì 3 luglio 2008
Liberiamo i templi
lunedì 30 giugno 2008
"Morirono bruciati in fabbrica, l'azienda chiede i danni ai familiari"
lunedì 9 giugno 2008
domenica 25 maggio 2008
Sette idee per liberare l'Italia
1. FISCO: IMPOSIZIONE REGRESSIVA
2. PRIVATIZZAZIONI: FOGNATURE, STRADE E FASCE COSTIERE
Si fa un gran parlare delle cosiddette esternalità delle imprese private. Taciuta è - da sempre - l'operazione inversa. Un recente rapporto sulle implicazioni di alcuni vincoli sindacali condotto dal Cato Institute che propone il caso di studio delle vacanze pagate.
Sembra un controsenso, qualsiasi bambino si chiederebbe per qual motivo bisognerebbe pagare una persona per andare al mare invece che lasciargli magari qualche lavoretto da fare - come giustamente la scuola sempre propone - come compito per le vacanze.
Le origini storiche di questa rivendicazione arrivano da lontano, fuori dalle fabbriche, oltre i mercati, nei paesaggi desolati e maltenuti degli svincoli autostradali, delle siepi ingiallite che segano l'orizzonte ai finestrini, dei bordi costellati di automezzi abbandonati, containers arrugginiti, muratori ubriachi. Al fanciullo italiano che si accinge alle tanto agognate - e vogliamo credere poichè siamo ottimisti, meritate- vacanze il paesaggio autostradale che può osservare nel tragitto dalla città alla villeggiatura potrebbe apparire più o meno in questo modo. Appena iniziate le vacanze, subito ci si scontra con evidenti ostacoli e noie, che non di rado sfociano in litigi aumentando i comportamenti devianti. Code, traffico, strutture inefficenti. Esistono ancora i bagni dove per pagare si mette la monetina sul piattino lo sapevate? Noi nel dubbio abbiamo chiesto la sorveglianza dei piattini, contro ogni tentativo di prelievo fiscale su di essi.
Questo è lo stato in cui riversa oggi il sistema delle reti di trasporto in Italia. Un trasporto inefficiente e di pessima qualità, che non può che influenzare negativamente la stessa merce trasportata.
Aggiungete a ciò il rovinoso stato delle fasce costiere italiane, delle spiagge pubbliche, libere ad ogni nefandezza nudista e criminalità e non all'iniziativa individuale, la totale assenza di strutture in questi contesti, magari legittimate in base a qualche legge promulgata dai nuovi marxisti-ambientalisti, e potrete facilmente comprendere come mai un lavoratore italiano chiede soldi al suo datore di lavoro per pagarsi queste vacanze oscene. Nessuno vuole investirci del proprio; e come dar loro torto?
Le autostrade italiane oggi danno l'impressione allo spettatore in vettura di un terreno in cui la modernità stenta ad imporsi, invecchiando seduta stante, cristallizzandosi in cantieri obsoleti e segnaletica scadente.
Anche gli autogrill, stimabile esempio di avanguardia dell'iniziativa individuale nel far west inesplorato e selvaggio delle autostrade pubbliche, stentano ad imporsi e gli incessanti pericoli a cui sono sottoposti non influiscono certo positivamente sulla qualità del servizio.
Un ambiente stradale favorevole all'attività economica è oggi più che mai una priorità assoluta del nostro paese.
Al monopolio dei politici che si spostano in elicotteri pagati dai nostri contributi noi rispondiamo: le strade sono di chi le percorre quotidianamente con la propria macchina, per lavoro e consumo.
Privatizzare le strade signfica garantire marciapiedi puliti dai proprietari delle case in Città e meno buche nel cemento in autostrada, argomento su cui Veltroni ha taciuto vergognosamente nell'ultima campagna elettorale. Una gestione razionale passa ancora una volta un'iniziativa privata che può migliorare la qualità del servizio, con l'irrinunciabile aiuto della tecnologia.
Quella del telepass, secondo un recente rapporto dell'ufficio sugli strumenti finanziari dell'OCSE si offre a molteplici applicazioni. Il telepass ha ormai realizzato appieno l'informatizzazione dei flussi di trasporto. Queste informazioni ci dicono - in tempo reale - molto sui flussi di trasporto e qualora il telepass venisse ricondotto a codici a barre più precisi, cosa che la cammera di commercio internazionale di Parigi si sta apprestando a realizzare, potremmo monitorare non solo chi trasporta, ma anche cosa trasporta.
Il telepass può quindi informarci sui flussi di merci trasportate. Aprire subito una borsa europea sui flussi autostradali è la nostra idea, proponendo subito un capitolo a parte per l'istituzione di futures sui livelli di traffico sul grande raccordo anulare di Roma. Rigettiamo ogni finanziamento statale, attraverso l'attività borsistica gli italiani possono scommettere sul traffico che ci sarà il dieci agosto sulla Torino-Savona e controllare in tal modo flussi di trasporto e partecipare in prima persona all realizzazione di un nuovo, migliore, sistema stradale.
Fare la cacca. Tirare l'acqua. Piccoli gesti quotidiani, dietro cui si nasconde un grande, immenso mondo di circolazione di prodotti, più o meno organici, che i disordinati e polverosi registri catastali sono soliti definire come "sistema fognario". In un mondo sempre più dinamico e soggetto a continue interdipendenze economiche e sociali però, questa definizione - approfittando della disinformazione e del senso comune - nasconde oggi agli italiani un signfiicato più profondo, rivoluzionario, che questo groviglio di tubi, città sotterranea, specchio metaforico della superficie, metà rifiutata, indubbiamente possiede: oggi le reti di risorse fognarie sono il più grande mercato mondiale inutilizzato.
Per farci un'idea dell'enorme quantità di materia prima e di come possa essere utilizzata per il bene dei cittadini basta volgere l'occhio all'estero: sfogliando il Melbourne Water Report* 2005 saltano all'occhio dati impressionanti. Melbourne produce giornalmente circa 925 milioni di litri di liquame, 130 dei quali tra le 8 e le 10 di mattina. Sembrerebbe paradossale ricordare in tale contesto il ben noto adagio "il mattino ha l'oro in bocca" ma proseguendo scopriremo che al contrario, citando un famoso libertario forse erroneamente poco incline alla prosperità ma sicuramente forte alleato nella battaglia contro le statocrazie e burocrazie di ogni genere, "dalla letame nascono i fiori". L'idea questa volta arriva dalla Norvegia, dove alcuni tecnici locali hanno messo a punto un sistema di refrigeramento in grado di produrre energia assorbendo il calore della materia organica presente nelle condotte**. Lo stato norvegese - sguinzagliando la Municipalità di Oslo - ha riconfermato la sua vocazione socialista, totalitaria e dirigista reclamando la proprietà pubblica dell'invenzione sottraendo ai tecnici il frutto del loro merito. Come moderni Galilei, soffocati dal passato ancora presente attorno a loro, i tecnici norvegesi hanno mostrato al mondo -nonostante l'esproprio subito- che - così come i rifiuti per i termovalorizzatori - anche le fogne sono un grande mercato energetico. Un grande mercato quindi, ancora inesploratoe pieno di potenziali sorprese per chi tra i più impavidi imprenditori dovesse avventurarcisi.
Questo aneddoto riassume in se stesso sfide ed ostacoli che oggi incontrano i nuovi processi di liberazione delle forze umane nell'economia. Da un lato il progresso tecnologico, tramite il merito di fidati gruppi di selezionati esperti, propone incessantemente nuovi modi per estendere il dominio della razionalità umana sulle cose, che ci permette oggi di godere di standard di vita che anche solo 50 anni fa ritenevamo inimmaginabili. Daltronde ciò rimane di fondamentale importanza, per quel che riguarda il caso specifico, sopratutto dal punto di vita alimentare. Dall'altra parte, forze conservatrici si oppongono a questo processo di liberazione. Sovranità statali eccessive, interventismi di ogni genere, comitati, movimenti NIMBY, ed un senso comune ahimè non ancora completamente fidelizzato ai benefici del libero mercato si oppongono alla realizazione di un mercato veramente, ma VERAMENTE libero.
Immaginatevi ogni fogna produrre energia per decine di migliaia di persone. Casa vostra riscaldata in questo modo, niente più bollette, solo sciacquoni. Questo è il paesaggio futuro immaginato dala nostra proposta.
Il monopolio statale e municipale in questo caso però è dietro l'angolo. Vogliono sfruttare le nostre feci per produrre energia da rivenderci (paradossale!) avendo anche l'accuratezza di specificare che l'operazione è a prezzo popolare.
Il liquame fognario e la sua capacità di produrre energia ci appartengono in quanto individui e l'energia che può scaturirne è nostra, non lasciamocela rubare. Privatizzare le reti di risorse fognarie significa collegare agli interessi di ciascuno una piccola parte di esse. Chi avrà l'accortezza di utilizzare i migliori materiali isolanti per disperdere il meno possibile il calore che vedrà riconvertito in energia gratuita per la propria abitazione? Non certo le ingombranti
e inefficienti forze pubbliche, ma ognuno di noi.
Questa è -ad oggi- la frontiera del federalismo energetico. Prendiamone coscienza.
*
http://tinyurl.com/5j9yxm
**
http://tinyurl.com/6zaodh
3. CASTA: RIDUZIONE DEL NUMERO DI PARLAMENTARI A 60 UNITA'.
Una camera con tre parlamentari per regione è sufficiente. Meno spese, lavoro più spedito.
4. SBUROCRATIZZAZIONE: UN'IMPRESA IN UN MINUTO
Basterà inviare una mail al Registro delle imprese on-line e attendere l'avvenuta ricezione. Non più di un minuto.
5. SICUREZZA: SI' ALLE POLIZIE PRIVATE.
Sussidiarietà nella tutela dell'ordine pubblico. Liberalizzazione e promozione delle agenzie di sicurezza e protezione private con licenza di uccidere nei casi previsti dalla legge. Il grande Rothbard ha dimostrato la superiorità del privato sul pubblico ("il cliente ha sempre ragione, a meno che a servirlo non sia lo Stato...senza dimenticare guardie private, compagnie di assicurazione ed investigatori privati che negli anni hanno già dimostrato la loro efficienza.")
6. IMMIGRAZIONE: CERTIFICATI PER GLI STRANIERI
Ogni cittadino - maschio bianco adulto - potrà disporre di un certificato per la presenza di uno straniero: potrà decidere se venderlo a un intraprenditore che necessita di manodopoera volenterosa e malleabile oppure tenerla per sé, contribuendo alla salvaguardia della quiete pubblica. Il mercato deciderà la quota ottimale di certificati in circolazione, che continueranno a essere venduti fino a quando i benefici alla produttività supereranno i danni provocati dall'immigrazione.
7. ABOLIZIONE DELL'OBBLIGO SCOLASTICO
Si fa un bel dire che oggi la scuola dev'essere sopratutto formazione e che deve premiare la capacità e l'iniziativa, ma per un reale cambiamento bisogna saper prendere coraggio, quel coraggio Chamberlainiano prima e Thatcheriano poi che vogliamo attualizzare nella nostra proposta.
Chi va a scuola lo fa investendo per il proprio futuro, e in onore a questo principio vogliamo che questa adesione sia libera, volontaria come gli scambi più puri, e non forzata come gli scambi ineguali a cui ci costringe il postino pubblico nello scaricarci lettere non rifiutabili davanti a casa, giusto per fare un esempio.
E' insopportabile per un giovane concorrente di oggi vedersi seguito da fannulloni, probabilmente già in partenza educati - probabilmente secondo i dettami ideologici e sindacali - a crescere sulle spalle degli altri, che copieranno i suoi compiti in classe, lo renderanno insicuro e probabilmente, e questo è ciò che più ci addolora e ci indigna come uomini, come individui e primariamente come ferrei e resistenti paladini liberali e democratici, lo prenderanno in giro. Se questi giocondi discoli vogliono entrare nella scuola saranno accolti e la scuola liberale porrà loro davanti un imperituro bivio: migliorare, crescere, o uscire dal gioco. Ma l'obbligo a farne parte risulta vilipendio a chi frequenta per libera volontà.
Vogliamo una scuola utilizzata da chi pensa a cosa fare per essa, magari diventando imprenditore e comprandola per poi accudire come solo un figlio sa fare con la propria madre, e non affollata di improbabili masse che chiedono alla scuola cosa questa può fare per loro. I burocrati saranno pronti ovviamente a regalare loro ogni sorta di spreco per garantirsi voti e consenso, ma non potranno mai donare loro l'indipendenza del vero scolaro, quello che a scuola ci va senza obbligo, per libertà, per conquistare il mondo.
sabato 24 maggio 2008
giovedì 22 maggio 2008
Pesi e misure
lunedì 19 maggio 2008
Excellent
mercoledì 14 maggio 2008
"I panni sporchi si lavano in casa"
giovedì 8 maggio 2008
Marcelletti ministro
mercoledì 7 maggio 2008
Maestri
lunedì 5 maggio 2008
Onore ai nostri giovani
giovedì 1 maggio 2008
mercoledì 30 aprile 2008
giovedì 24 aprile 2008
mercoledì 23 aprile 2008
Democrazia diretta
martedì 22 aprile 2008
Sussidiarietà
sabato 19 aprile 2008
Lavoro e libertà
martedì 15 aprile 2008
E ora aboliamo il 25 aprile
lunedì 7 aprile 2008
domenica 6 aprile 2008
giovedì 31 gennaio 2008
martedì 29 gennaio 2008
Lentamente muore (di C. Mastella)
Lentamente muore chi diventa schiavo dell'abitudine, ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi, chi non cambia la marcia, chi non rischia e cambia colore dei vestiti, chi non parla a chi non conosce. Muore lentamente chi evita una passione, chi preferisce il nero su bianco e i puntini sulle "i" piuttosto che un insieme di emozioni, proprio quelle che fanno brillare gli occhi, quelle che fanno di uno sbadiglio un sorriso, quelle che fanno battere il cuore davanti all'errore e ai sentimenti. Lentamente muore chi non capovolge il tavolo, chi e' infelice sul lavoro, chi non rischia la certezza per l'incertezza per inseguire un sogno, chi non si permette almeno una volta nella vita di fuggire ai consigli sensati. Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi non ascolta musica, chi non trova grazia in se stesso. Muore lentamente chi distrugge l'amor proprio, chi non si lascia aiutare; chi passa i giorni a lamentarsi della propria sfortuna o della pioggia incessante. Lentamente muore chi abbandona un progetto prima di iniziarlo, chi non fa domande sugli argomenti che non conosce, chi non risponde quando gli chiedono qualcosa che conosce. Evitiamo la morte a piccole dosi, ricordando sempre che essere vivo richiede uno sforzo di gran lunga maggiore del semplice fatto di respirare. Soltanto l'ardente pazienza porterà al raggiungimento di una splendida felicità.