lunedì 29 settembre 2008

Starve the cat

Ernesto Nathan. Sindaco di Roma dal 1907 al 1913. Ebreo. Massone. Liberale. Figura immeritatamente fatta propria dalla propaganda anticristiana, fu soprattutto un autentico riformatore, il protagonista del case history più eclatante della pubblica amministrazione italiana. Appena eletto sindaco esaminò il bilancio comunale e arrivato alla voce "frattaglie per gatti" non esitò a chiedere spiegazioni ai funzionari del comune. Venne a galla una consuetinde che si trascinava da anni: una cospicua fetta di danaro pubblico era devoluta sotto forma di frattaglie ad una - naturalmente nutritissima - colonia felina che difendeva dai ratti il solo prodotto di una burocrazia già selvaggia: milioni di faldoni e documenti e carta. Nathan prese la penna e cancellò la voce dal bilancio. Da quel momento in avanti i gatti del Campidoglio avrebbero dovuto sfamarsi con i roditori che avevano lo scopo di cattuare e in mancanza di topi sarebbe venuto a cessare lo scopo della loro presenza. Pensate una cosa del genere oggi: il parito trasversale della spesa pubblica unito, sindacati sul piede di guerra, ambientalisti folli pronti a gambizzare Nathan con l'ausilio degli immancabili pacifinti antisemiti. Quella all'origine del detto Nun c'è trippa pe' gatti è una splendida storia liberale: i gatti non si sono estinti ma si devono guadagnare ogni giorno il cibo sul libero mercato dell'affetto interspecie, magari in concorenza con pappagalli, pitoni o altri animali new comers.

venerdì 26 settembre 2008

Direzione Oktober Fest

Auguri liberali di buon week-end a tutti.

giovedì 25 settembre 2008

I professionisti dell'anticamorra

"Nel casertano, più che una guerra civile, come ha affermato il ministro dell'Interno Maroni, si assiste a una guerra tra bande'', ha detto il ministro della Difesa, Ignazio la Russa. Che ha anche sottolineato: "l'obiettivo del Governo, sia con l'invio dei 400 uomini delle forze dell'ordine, sia con quello successivo dei 500 militari, è quello di riaffermare il principio di legalità in ogni angolo dello Stato". "Senza fare nessuna critica a Maroni, non parlerei - ha detto il ministro della Difesa - di guerra civile perchè sembra quasi di dare una patente, non dico di legittimità, ma di importanza extracriminale alla camorra, si tratta di un'aggressione della criminalità organizzata alla legalità, più che una guerra civile allo Stato. L'attacco - ha aggiunto - è diretto ad altre forme di criminalità per cercare di realizzare una sorta di monopolio della criminalità sul territorio e, quindi, credo che il vecchio termine di guerra tra bande sia adatta anche a questa fase". (fonte L'Unione Sarda)
Opportuna e puntuale la precisazione del ministro La Russa: non si tratta di guerra civile ed è bene dirlo con fermezza. Il rischio di un nuovo professionismo dell'anticamorra è dietro l'angolo. In molti si sono sorpresi di sentire Maroni esprimersi come un Saviano qualsiasi, ma forse ci si dimentica della triste stagione giustizialista della Lega, con i cappi agitati in parlamento per inneggiare alla rivolta del pool di Mani pulite. La morsa giudiziaria di Di Pietro e soci costò non poco al sistema paese in termini di rallentamento nella speditezza degli affari. Questo non dobbiamo dimenticarlo. Mai.

mercoledì 24 settembre 2008

Non siamo mica in Combonia

"Contiene tutti i colori dell'arcobaleno e proprio per questo è stata scelta come bandiera della pace, ma secondo il Comune di Verona "in questi anni è diventata il simbolo dell'estrema sinistra" e pertanto non può essere esposta a una manifestazione organizzata grazie alla concessione di uno spazio pubblico da parte del municipio. A denunciare la vicenda è il sito di Negrizia, la rivista dei missionari comboniani. " (fonte Repubblica.it)

Un eroe borghese

«Egregi signori credo di aver dimostrato in questo ultimo periodo tutta la disponibilità, non ultima anche quella di incentivarvi sulla produttività e sulle presenze al lavoro. Ma ora mi sto rompendo il cazzo. L'azienda è mia e comando io e basta, chi non è d'accordo se ne andasse a fanculo e verrà anche ringraziato. Se l'organizzazione sindacale, che dovrebbe difendere i posti di lavoro, pensasse di comportarsi con me come con Alitalia, gli rammento che io mi chiamo Pellegrino e non Colaninno. Vi mando non solo a fanculo, vi caccio fuori a calci nel sedere e vi sputo pure in faccia. Spero di essere stato molto chiaro e conciso e non ho niente da dirvi su queste stronzate. Il periodo del terrore e delle minacce, cari signori, è finito da diverso tempo. Dovete pensare a lavorare e basta». Un eroe borghese. Prendo in prestito il titolo da una delle innumerevoli lagne in pellicola della sinistra cinematografara, perché per Rosario Pellegrino non esiste definizione migliore. Vessato dall'arroganza sindacale, come ci informa puntalmente il Corriere del Mezzogiorno, ha saputo reagire mandando all'aria il perbenismo cattocomunista: la lettera qui sopra, inviata alla Cgil, non ha precedenti e ha già provocato la dura reazione di una Confindustria impaurita e oramai omologata al sistema. Forza, Rosario!

lunedì 22 settembre 2008

Il libro nero dell'antirazzismo

"La strage di Castel Volturno? Una dura risposta dei Poteri Costituiti (i Casalesi) alla malavita (nigeriana). Ma quale razzismo…" Lo dice Abr, non gran parte della quotidianistica italiana, purtroppo. La comoda carta dell'antirazzismo militante è stata giocata dagli sciacalli di una sinistra sempre più a corto di idee, capace di strumentalizzare un tragico regolamento di conti per guadagnare visibilità. E' anche per questo che non possiamo dirci antirazzisti, come - benché antitotalitaristi da sempre - non possiamo dirci antifascisti: troppe scempiaggini sono state compiute in nome di qualche anti-. Che pensino a lavorare, a proporre qualcosa di positivo, anziché dichiararsi sempre e comunque contro qualcosa o qualcuno.

sabato 20 settembre 2008

Nel quartiere dove il business porta la pace

Che non ci vengano più a dire che la pubblicità è morta o altre simili sciocchezze. Ecco qua un mirabile esempio di advertising che è anche e sopratutto una splendida lezione di liberalismo. Si sono sprecati e si sprecheranno ancora fiumi d'inchiostro sulle risposte da dare ai problemi dei quartieri cosidetti "difficili", quelli su cui pontifica la sinistra buonista e pacifinta, anche se - ne siamo certi - mai vedremo una Concita De Gregorio o un Michele Serra andare ad abitare in mezzo alla racaille di sarkozyana memoria (e di certo noi non glielo auguriamo). Sintetizzato in poche tavole un principio che non sentirete declamare nelle redditizie performance di Saviano o Travaglio o Gino Strada: solo il business porta la pace. Grazie Euronics. Più LCD e meno maestrine elementari, please.

Ricordando le vacanze

giovedì 18 settembre 2008

Blogger against CGIL

Der Einzige und sein Eigentum

Sapete a che posto è piazzata l'Italia nella classifica basata sull'Indice di tutela della proprietà privata? Novantasettesimo. Dietro Sri-Lanka, Bolivia e Seborga. Bisognerebbe tutelare di più chi difende il frutto del proprio lavoro, riconoscendo come in America - terra di libertà - il diritto di difendersi, senza troppi buonismi. "Razzismo!", urlano i manettari della sinistra buonista e radical chic, che da un momento all'altro sostengono quel "diritto alla vita" obliato in molte loro battaglie laiciste. Vergognatevi, scansafatiche.

martedì 9 settembre 2008

giovedì 4 settembre 2008

Starve teh beast!1!

Lo stato che piace a noi.