lunedì 20 settembre 2010

Esponente del PD accusa di molestie uno stimato Senatore a vita?

S'è varcato il limite. L'ultima del PD è affidata al dispositivo Facebook del rampante Mario Adinolfi:
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Mario Adinolfi rivela il nome del presidente del Consiglio gay che "c'è già stato" e che Nichi Vendola denuncia senza voler fare il nome "neanche sotto tortura": si tratta di Emilio Colombo (e io una volta subii da lui un approccio molto pesante da cui sfuggii non senza fatica)

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Avete capito bene, signori. Dopo aver accusato il Senatore Emilio Colombo, anziano minato nel fisico e costretto all'assunzione periodica di cocaina per fini terapeutici, di appartenere alla genìa degli uomini-sessuali rivela che il padre della patria e stimato democratico-cristiano l'avrebbe addirittura approcciato in maniera assai pesante.

Il PD chiarisca o si confermerà ancora una volta il partito del sospetto, della calunnia e del veleno giustizialista.

martedì 17 agosto 2010

lunedì 26 luglio 2010

Riceviamo e pubblichiamo

Egregio Retropensiero Liberale,
nutro qualche dubbio circa l'autenticità del pestaggio subito da Carlo Pastore. Del resto nessuna Lomo ha ritratto la scena del pestaggio. É un caso? La sensazione è che il nostro abbia preso troppo alla lettera il motto "Do it yourself"! Ma forse c'è qualcosa di più losco. Mi spiego subito: perché sullo zigomo sinistro la scritta GEOX appare perfettamente leggibile? Visto come è generalmente posta sotto la suola essa dovrebbe apparire in maniera speculare sulla carne del presunto malcapitato. Conosciamo tutti la rilassatezza dei costumi propagandata dalla musica per "capelloni", dalle multinazionali che stanno dietro MTV e dalla generale avversione del demi-monde entro il quale è abituato a muoversi il Pastore verso ogni ostacolo posto alla famelica realizzazione dei propri istinti sessuali e di consumo. La GEOX, che negli ultimi anni ha visto ampliarsi la propria fetta di mercato, è il bersaglio perfetto di una possibile campagna diffamatoria: Moretti Polegato ha buone entrature in Vaticano e il marchio è uno di quelli più generalmente associabili all'idea di pulizia e morigeratezza tanto vituperata dagli zapateristi dell'ultima ora. Ora aspettiamoci di tutto, magari qualche Love Parade con slogan come Vaticano=Picchiatori Fascisti
Cordiali saluti,
Ambrogio Chiaveghin

domenica 25 luglio 2010

Quando la stampa odia

Il "mandato linguistico" continua a essere raccolto dalle menti più fragili. E per cosa, poi? Per una conduzione radiofonica "usurpata"? Per un video non in linea con i gusti degli indie-talebani antimercato?
["A integrazione della visita chirurgica maxillo-facciale, si rileva alla guancia sinistra, in corrispondenza dello zigomo, escoriazione a stampo suggestiva per scritta GEOX." (Le scarpe dei fasci, e purtroppo anche loro, respirano) - http://twitter.com/carlopastore ]

martedì 8 giugno 2010

Dagospia, 7.6.2010

Scalfari si strugge: "La tecnica ha restituito potenza alla memoria. Basta digitare s-p-i-n-o-z- a sulla tastiera e sullo schermo appare tutta l'opera di Baruch Spinoza. É vero ma..." - suggerisce Buttafuoco - "C'è sempre meno gente disposta a digitare s-p-i-n-o-z-a..." In verità googlando "s-p-i-n-o-z-a" il primo risultato è Spinoza.it, un sito di battute anti-Cav. Poi dice "i barbari".
Marcello J. Clerici

domenica 23 maggio 2010

Contro il pensiero unico

Lettera tratta dal Giornale di Sicilia, 14 aprile 1985
Per chi suona la sirena delle scorte
Sono una onesta cittadina che paga regolarmente le tasse e lavora otto ore al giorno. Vorrei essere aiutata a risolvere il mio problema che, credo, sia quello di tutti gli abitanti della medesima via. Regolarmente tutti i giorni (non c’è sabato e domenica che tenga), al mattino, durante l’ora di pranzo, nel primissimo pomeriggio e la sera (senza limiti di orario) vengo letteralmente «assillata» da continue e assordanti sirene di auto della polizia che scortano i vari giudici. Ora io domando: è mai possibile che non si possa, eventualmente, riposare un poco nell’intervallo del lavoro o, quantomeno, seguire un programma televisivo in pace, dato che, pure con le finestre chiuse, il rumore delle sirene è molto forte?
Mi rivolgo al giornale, per chiedere perché non si costruiscono per questi «egregi signori» delle villette alla periferia della città, in modo tale che, da una parte sia tutelata la tranquillità di noi cittadini-lavoratori, dall’altra, soprattutto, l’incolumità di noi tutti che, nel caso di un attentato, siamo regolarmente coinvolti senza ragione (vedi strage Chinnici). Non mi si venga a dire di cambiare appartamento (e quindi via), perché credo sia un sacrosanto diritto di ogni cittadino abitare dove meglio crede, senza, però, doverne subire conseguenze facilmente evitabili.
Patrizia Santoro, Palermo

mercoledì 19 maggio 2010

Berretti rosa

Manca ancora poco. Stiamo attendendo con trepidazione che si aggiorni la homepage di FareFuturo. É in arrivo il commento della sentenza Diaz con autocritica di Gianfranco Fini, in cabina di regia durante il G8.

sabato 8 maggio 2010

E ora lasciate in pace il povero Calvi

Ansa, 7 maggio 2010. ROMA - La corte di assise di appello di Roma ha confermato le assoluzioni di Flavio Carboni, Pippo Calò ed Ernesto Diotallevi per l'omicidio del banchiere Roberto Calvi, avvenuto il 18 giugno del 1982 a Londra.

Fake Science

Un sagace tumbler raccoglie le peggiori panzane dei nipotini di Darwin: Fake Science.

giovedì 6 maggio 2010

Mezzanino non aver paura

"Qualcuno doveva aver calunniato Claudio Scajola., perché senza che avesse fatto niente di male, una mattina fu costretto a dimettersi". Un nuovo post per Il Garantista.

lunedì 3 maggio 2010

I professionisti della sportività

Con questo post sul presunto "biscotto" di ieri sera si inaugura la nostra collaborazione al prestigioso Garantista sexy. Buona lettura.

domenica 25 aprile 2010

domenica 18 aprile 2010

giovedì 15 aprile 2010

No free lunch

Non sarà intitolata a Milton Friedman la mensa della oramai celeberrima scuola di Adro. Un'altra occasione mancata per instillare le regole della competition nelle nuove generazioni, che già scontano l'eredità di una pubblica istruzione per mezzo secolo in mano alle sinistre. La cristallina lezione di liberalismo è stata vanificata dal narcisismo gradasso del solito intraprenditore "amico del popolo". Penserà di venir risparmiato il giorno di un'ipotetica rivoluzione islamo-ecologista? Intanto con soli 10mila euri si è cinicamente accaparrato una pubblicità mica da poco, alla faccia di chi opera sul mercato ogni giorno.

martedì 6 aprile 2010

La nuova maglia della Juventus

Ottime notizie in casa Juve. In attesa che si faccia vera verità sul Caso Calciopoli - forza Luciano! - gustiamoci la nuova maglia scoperta dagli smanettoni del forum Vecchia Signora. Che dire: si tratta di una rivoluzione, quella che auspicano tutti i tifosi juventini, e per essere radicale deve coinvolgere tutti, dalla società alla squadra, senza trascurare il look. Via le vecchie strisce, ecco uno zebrato comme-il-faut. I più esperti mormorano di una raffinata quanto spericolata manovra per catturare fasce di mercato inesplorate, prima fra tutte quella dei facoltosi omosessuali, con alta propensione alla spesa.

domenica 4 aprile 2010

Brevi interviste con uomini schifosi

"Nel 1983 la Gazzetta pubblica una sua intervista al brasiliano Zico, famosa stella del calcio mondiale: è uno scoop, perché Zico non ha mai concesso nessuna intervista a giornali italiani. Mosca spiega che gli è stato possibile grazie all'amicizia che lo lega al calciatore. Qualche tempo dopo Mosca è ospite al Processo del lunedì, trasmissione TV di Aldo Biscardi: anche Zico è in studio. Biscardi intrattiene Zico e gli chiede come è diventato amico di Mosca, al che il brasiliano risponde: “Questo signore io non lo conosco”.
La carriera di Maurizio Mosca alla Gazzetta dello Sport finisce in quel momento. Mosca è costretto a lasciare il giornale. In seguito (1990-91) Mosca affermerà di essere stato vittima di un "complotto" in quanto ritenuto "pericoloso" da alcuni personaggi del sistema calcistico nazionale."
Così riporta la pagina di Wikipedia dedicata a Maurizio. Un episodio di cui non eravamo a conoscenza, impressionante specie se letto in questi giorni, quando i guardiani della rivoluzione usano gli stessi metodi intimidatori contro Tommaso Debenedetti di Libero. Ecco di nuovo i moralisti della sinistra salottiera alzare il dito contro qualcosa che ignorano - il genere dell'intervista impossibile frequentato anche da Arbasino, Bene, Calvino e Manganelli, ma forse sarebbe meglio dire: la Letteratura tutta - inesorabili nell'insinuare chissà quale nefandezza per poter riaffermare ancora una volta il falso mito della loro superiorità antropologica. Non sappiamo come andrà a finire, quel che è certo è che Debenedetti potrà sempre riaffermare il proprio pensiero dalle colonne di Retropensiero Liberale.

sabato 3 aprile 2010

Ciao, Maurizio

Con il suo pendolino ha secolarizzato un paese troppo a lungo ostaggio di acquasantiere e bandiere rosse: erano i formidabili anni '80 e Maurizio, ora nei panni di indovino capace di intuire gli spumeggianti risultati del Milan targato Sacchi/Berlusconi, ora nel ruolo di giudice severo ma attento alle guarentigie del Processo del Martedì, furoreggiava quale mattatore assoluto. I senatori Chiaveghin e Sbrusati l'avevano recentemente proposto senatore a vita, ma è oramai è troppo tardi. Ci piace ricordarlo così.

giovedì 1 aprile 2010

La canzone del contraddittorio

Non è un brutto album "I mistici dell'occidente" dei Baustelle. Ne apprezziamo il forte contenuto valoriale e identitario, ben rappresentata dalla ghost-track "Il cantico dei cantici", il cui testo firmato da Camillo Langone è un gioiello pop di erotismo catto-gainsbourghiano. Peccato che anche loro, come non di rado capita ai cantautori "de sinistra", cadano nella trappola del moralismo. É il caso della canzone di denunzia - più che una denunzia, un esposto - intitolata "Follonica". Un catalogo di turpidini da scandalo veteroambientalista, roba che nemmeno un'ipotetica Village Green Preservation Society si sentirebbe di condividere. Fa bene quindi il sindaco di Follonica a chiedere una canzone di rettifica che esalti le qualità della ridente località toscana. Postate nei commenti i versi che vi piacerebbe ascoltare, non è mai troppo tardi per fermare la spirale della sfiducia e dell'odio. Ma intano beccatevi l'originale

martedì 30 marzo 2010

E ora riprendiamoci Berlino

Il centrodestra batte anche l'astensionismo. La legalità non paga, la gente viene prima di tutto. L'onore delle armi, però, a Mercedes Bresso, alla quale va riconosciuto il merito di essersi battuta in prima persona per il diritto al product placement nel proprio nome. Una bella lezione di libertà.

sabato 20 marzo 2010

giovedì 18 marzo 2010

domenica 7 marzo 2010

Planando su boschi di braccia tese

Certo, godevamo non poco ogni volta che Corradino Carnevale scarcerava in punta di diritto tipacci poco raccomandabili, soprattutto per le puntuali proteste degli indignati di professione. Ma ora in gioco c'è la democrazia ed è una bella coincidenza quella che vede restituito il voto alle maggioranze silenziose di Italia e Iraq insieme. Anche chi non possiede la riproduzione anastatica di tutti i numeri del Mondo di Pannunzio ha diritto di voto, per questo ci sarà una bella festa di popolo e canteremo tutti insieme Lucio Battisti. Escludere il partito di maggioranza dalla competizione elettorale avrebbe significato ripetere l'errore del '48, quando il complotto partitocratico dei "costituenti" emarginò chi, nel bene e nel male, aveva mandato avanti la baracca per vent'anni. Il peccato originale della Repubblica. Sopra ogni legge c'è la legge del cuore, e schiumino pure di rabbia i benpensanti della legalità senza se e senza ma, che venerano lo Stato come unico Dio, contano i denti ai francobolli e attendono con ansia l'ostensione del sacro timbro. La vita ridotta a serie di adempimenti formali, ecco in cosa credono. Miserabili.

mercoledì 17 febbraio 2010

Il Foglio, 17.2.2010

Al direttore - Consiglio a Lapo. Italian Independent diffonda, senza indugio alcuno, il giubbetto tricolore della Protezione civile. Sì, quello che Bertolaso non manca mai di sfoggiare. Sarebbe un'ottima occasione per valorizzare un marchio italiano di successo e rispondere ai sepolcri imbiancati che storcono il naso a qualsiasi attività che esulerebbe dai compiti storici di questa bella istituzione.
Marcello J. Clerici

martedì 9 febbraio 2010

Pics or did not happen

É con immensa gioia che diffondo le prime pictures disponibili dell'Università del Pensiero Liberale fondata da S.E. Silvio Berlusconi. (Fonte Corriere.it)

giovedì 21 gennaio 2010

sabato 9 gennaio 2010

Il Foglio, 9.1.2010

Al direttore - Adesso spiegatemi perché nel Lazio tra una liberale e una sindacalista si debba scegliere la seconda.
Cordialmente
Marcello J. Clerici

domenica 3 gennaio 2010

Weather report

Lodevole l'iniziativa di Pigi Diaco ("Sarebbe bello ed emozionante che il decennale della morte di Bettino Craxi fosse ricordato in una delle serate dell’edizione 2010 del Festival di Sanremo"). Meglio sarebbe se accompagnata a un cd come questo.
Tracklist:
1. Viva l'Italia - F. De Gregori
2. Gli altri siamo noi - U. Tozzi
3. Quattro amici al bar - G. Paoli
4. Il signor Hood - F. De Gregori
5. Un giudice - F. De Andrè
6. L'anno che verrà - L. Dalla
7. Ma mi - O. Vanoni
8. La musica è finita - O. Vanoni
9. La mia libertà - F. Califano
10. Hanno ucciso l'uomo ragno - 883
11. Insieme a te non ci sto più - C. Caselli
12. Birdland - Weather report
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BONUS TRACK: People from Ibiza - Sandy Marton

sabato 2 gennaio 2010

Il trionfo della volontà (e dell'ipocrisia)

James Cameron, eroe schumpeteriano, avrà forse allungato la vita a un'arte senza futuro ma le vicende che sceglie di animare con gli ultimi ritrovati tecnologici d'Occidente puzzano di Hollywood liberal anni '70, quell'industria del "chiagni e guadagna" che con la moda dei diritti civili e del moralismo anti-nixioniano ha modellato la memoria di tanti bobos sconfitti dalla storia, sacrificando una volta per tutte l'idea di cinema come spettacolo godibile. In Avatar seguiamo le gesta di Jake Sully, marine storpio, in missione sul pianeta Pandora camuffato da alieno Na'vi. La parte degli indiani stavolta la fanno questi alieni azzurrognoli, anime belle molto New Age, perché cattedrali del pensiero come Jeohvah, Allah e Nostro Signore Iddio sono per i bigotti, molto meglio pregare un albero o un animale macellato. Il nostro marine finirà col tradire l'imperialismo terrestre per innamorarsi di una principessa Na'vi. Mai esercito, industria e tecnologia erano stati demonizzati in maniera così naive: l'eversione, se veicolata dall'ultimo prodotto del mai domo Capitale, ha le gambe corte.

giovedì 24 dicembre 2009

Fare Futurismo

Mi sia consentito rivolgere i miei più affettuosi auguri ai "camerati che sbagliano", i ragazzi della Fondazione Fare Futuro. La loro trepidante scoperta degli ultimi ritrovati della filosofia politica somiglia a quella di un ragazzino che si avvicina oggi ai videogame grazie a Tetris. Vogliano quindi gradire in regalo questo generatore automatico di titoli per il Fare Futuro Magazine. Basta fare F5 e l'elaboratore tirerà fuori un nuovo interessantissimo spunto.
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mercoledì 23 dicembre 2009

lunedì 14 dicembre 2009

sabato 5 dicembre 2009

Tucson, Arizona, 23 febbraio 1958

"Tucson, Arizona, 23 febbraio 1958, chiesa Ss. Pietro e Paolo, John Fitzgerald Kennedy è seduto ad ascoltare la messa vicino a Joseph Bonanno, nato a Castellammare del Golfo nel 1905, approdato illegalmente in America grazie a una rocambolesca traversata, in quegli anni uno dei membri più autorevoli del Gran consiglio di Cosa nostra, prima che scoppiassero le faide interne a causa dei giovani “che non capivano tradizioni e codici d’onore della mafia, e che non disdegnavano rapimenti, omicidi, violenze di ogni tipo”. Sembrerò banale, ma io me li vedo con il sole che entra da un’alta vetrata e attraverso il pennello di Edward Hopper. Probabilmente, i due avrebbero guardato in alto, cosa che nei quadri di Hopper non succede mai.
Cos’erano i Kennedy? Irlandesi disposti a tutto per raggranellare qualche soldo da spendere in campagna elettorale? Oppure gente che aveva in mente un progetto? “Non negoziamo mai per timore, ma neppure temiamo mai di negoziare”, disse nel primo discorso da presidente.
Se un progetto non c’era allora la vita è passata e ci ha semplicemente raccontato una bella e tragica storia. Ma se il progetto c’era allora sappiamo anche dove si è interrotto: nell’amministrazione della giustizia, ministro della quale diventò il fratello, Bob, sul quale continuano a raccontare tante malignità, al posto di ricordarne la poetica ingenuità.
Si ricorda, direttore? “Un mattino aprirò la porta principale della casa di Georgetown, più o meno alle due, guarderò prima a destra e poi a sinistra, e, se non ci sarà nessuno in giro, sussurrerò: è Bobby”.
“Il problema della criminalità organizzata è diventato sempre più serio, negli ultimi dieci anni”. Questo disse Bob. Bisognerebbe ripeterglielo all’infinito, a quei babbei che ancora parlano di complesso edipico e di omicidio simbolico attraverso la persecuzione degli ex alleati del padre, con i quali la famiglia Kennedy aveva fatto affari durante il proibizionismo. “Negli ultimi dieci anni”. Possiamo stare qui ore a cercare di capire se la differenza tra mafia e criminalità organizzata esiste davvero, se è soltanto una speranza dei siciliani. Potrei anche sostenere che si tratta di una fesseria che mi sono inventato io. Ma resta il fatto che Bob Kennedy quelle parole le pronunciò. Non disse “mafia”, disse “criminalità organizzata”. E aggiunse: “negli ultimi dieci anni”. E’ nel passaggio tra la vecchia mafia e la nuova criminalità organizzata che sta racchiuso il mistero e l’errore di Bob e della famiglia. Fu ingenuamente poetico negoziare con la vecchia mafia, e al contempo perseguire il nuovo crimine organizzato attraverso gli strumenti della giustizia pubblica. Forse avrebbe dovuto lasciare fare a Bonanno, che è vero, sbagliò due omicidi, ma morì a 97 anni nella sua casa, in compagnia dell’affetto dei suoi due amati dobermann. Eppure non era proprio a proposito di Joe Kennedy, quando fu nominato alla Security and Exchange Commission, che Roosevelt disse “soltanto un aguzzino può smascherare un altro aguzzino”?
Quale fu l’errore? Glielo dico con l’immagine di prima: torniamo in chiesa. E’ il 23 febbraio 1958, è mattina, la giornata è luminosa, un raggio di sole entra da un’alta vetrata illuminando il taglio dei loro vestiti, tengono il cappello in mano, tra le ginocchia. Non confabulano, non tramano, non si scambiano una parola. Annuiscono assorti. Tutto quello che c’era da dirsi lo sta dicendo, in questo momento, il prete sull’altare. C’è anche Edward Hopper, in piedi, in fondo alla chiesa, appoggiato al muro, le braccia conserte, sta pensando di farci un quadro. A un certo punto il prete dice: “A tutti deve essere consentito di entrare nel Regno del Signore”. Hopper ha un sussulto, guarda il prete, sorride, poi torna a voltarsi verso JFK e Bonanno. Niente.
Sono ancora assorti. Vicini e assorti. Hopper controlla l’orologio, fa un gesto con la testa, come se volesse farsi scrocchiare l’osso del collo. Mette le mani in tasca e se ne va come è venuto. No, niente quadro, il quadro è rimandato. Manca qualcosa in quella scena. Lo ha detto il prete: “A tutti deve essere consentito di entrare nel Regno del Signore”. L’unico che ci ha fatto caso è stato un pittore, un pittore che ha rimandato il quadro perché la scena non era ancora completa. Mancava qualcuno su quella panca. Mancava la nuova criminalità organizzata. Hopper avrebbe continuato a dipingere uomini con la testa chinata verso il basso. Mancavano “gli ultimi dieci anni”. Il futuro di quest’isola si incrocia con il passato dei Kennedy." *

sabato 21 novembre 2009

Popopopopopopo

"Ingannare l'arbitro è un diritto inalienabile del calciatore, come scamparla ai giudici è un diritto di ogni cittadino. Il Quinto emendamento in America vieta di autoaccusarsi, in Francia non sappiamo: ma se Henry avesse confessato al giudice, come chiesto dal Trap, ci sarebbe poi tornato a casa? C'è una zona grigia, nella vita e nel pallone, che è la mano del destino. E meno male."
Giuliano Ferrara, il Foglio 21.11.2009

domenica 15 novembre 2009

Compagni che ci azzeccano

"Sarebbe bene sapere una volta per tutte se è meglio continuare a cercare di civilizzare il far west e lasciar fare chi lo rappresenta con un'ambiguità ineliminabile. Oppure mettere in mora i diritti civili, in tre regioni, forse in quattro, sradicare e deportare fette di popolazione. Tertium non datur"
Lanfranco Pace, il Foglio 14.11.2009

giovedì 5 novembre 2009

Una disperata vitalità: B. ultimo eroe pasoliniano

Finisco di vedere per l'ennesima volta Mamma Roma e stavolta c'è qualcosa in più oltre il consueto groppo in gola ad accompagnare gli ultimi istanti del film. Non si tratta solo della sorpresa per il restauro che rende onore allo splendido bianco e nero di Peppino Rotunno e illumina di luce nuova la Roma che Anna Magnani guarda disperata dalla finestra nel finale: è piuttosto la consapevolezza che, in fondo, non sia poco quello che lega l'eredità morale di Pier Paolo Pasolini al patrimonio ideale ed economico di Silvio Berlusconi. Certo, la Medusa si è fatta carico del restauro e Rete4 - la rete che secondo taluni dovrebbe andare sul satellite per lasciare spazio a Dario Vergassola - lo manda in onda. Ma è un legame più profondo, qualcosa che rende B. l'ultimo eroe pasoliniano e il suo popolo l'unico ancora animato da quella disperata vitalità cantata dal poeta di Casarsa. Nei film e nelle pagine di PPP c'è quella fame di vita che difficilmente si potrebbe trovare negli smunti visi che affollano le indignatissime photogallery di Repubblica. É la fame del popolo delle libertà, quello che non si vergogna a parlare dialetto e che vent'anni di notti bianche e omologazione veltroniana non sono riusciti a corrompere. Sono i ragazzi di vita che da Maria De Filippi sudano, amano, ammiccano, godono, sognano. É la gente che ama il calcio e sa che quello vero e serio è narrato da Tiziano Crudeli e dai maverick delle tv private, non da Soriano e la sua compiaciuta malinconia.
É sul terreno della cosiddetta “politica culturale” che si rilevano le maggiori affinità. A renderlo evidente è Alessandro Baricco, ministro ombra del PD, che in un articolo su Repubblica qualche mese or sono espose la brillante idea di tagliare le risorse destinate a musei, teatri e fiere per rimpinguare le casse di scuola e televisione. L'esatto contrario di quel che PPP auspicava in Lettere luterane: scuola e tv pubblica vanno abolite.«La televisione, e forse ancora peggio la scuola d’obbligo, hanno degradato tutti i giovani e i ragazzi a schizzinosi, complessati, razzisti borghesucci di seconda serie» scrisse – e senza volerlo fornì una chirurgica descrizione dei blogger di Fondazione Daje. Mentre la "buona borghesia" concede paternalisticamente la cultura al popolo, Pasolini e Berlusconi sanno che il popolo stesso è depositario di una cultura millenaria e non arretrano davanti alle minacce del politically correct che vuole gli storpi “diversamente abili” e i cibi grassi espulsi da ogni mensa. Lo stesso vale per i diversi: gli uomini-sessuali non sono, come pretenderebbero i grandi apparati delle sinistre, cittadini come tutti gli altri ma gli Efesto della nuova estetica berlusconiana: provate a pensare ai rotocalchi di Signorini, ai programmi tv scritti da Peppi Nocera, alla barbarie mediterranea elevata a stile da Dolce & Gabbana. Per questo Silvio e Pier Paolo l'hanno pagata e continuano a pagarla cara, bersagliati - altra coincidenza - dalla medesima accusa: “atti immorali a danno di minore”. Ne siamo certi, se fosse vivo Pasolini difenderebbe il Cav. come a suo tempo fece con Braibanti.
Ora che il berlusconismo sembra al tramonto ci piace pensare a Salò, l'opera terminale di Pasolini. In una splendida villa, mentre fuori infuria la guerra civile, un circolo di illuminati mette in scena le fantasie più sfrenate: è la folie Berlusconi, il trailer di tutti i festini a venire: e se nell'adorato Stendhal la Certosa era il luogo della rinuncia, Villa Certosa è il posto dove sognare un'Italia slegata dalle redini del cattocomunismo, dove la potenza del danaro trova spazio per esprimersi e rigenerare il mondo a immagine e somiglianza dei propri desideri.
Non si esce da Salò, Pasolini non è più uscito. Oggi forse regalerebbe Alì dagli occhi azzurri alla Lega e continuerebbe la sua battaglia contro aborto e divorzio dalle colonne del Foglio. Di sicuro non scriverebbe più sul Corriere della Sera, anche perché a dirigerlo c'è quel Ferruccio De Bortoli che in una memorabile puntata di Porta a Porta si indignò con Berlusconi perché aveva osato farsi ritrarre in foto con un ragazzino la cui sola colpa era portare una maglietta con la scritta “Song 'e Napule”. «Preferisco la povertà dei napoletani al benessere della repubblica italiana, preferisco l'ignoranza dei napoletani alle scuole della repubblica italiana (...) Considero anche l'imbroglio uno scambio di sapere. Un giorno mi sono accorto che un napoletano, durante un'effusione di affetto, mi stava sfilando il portafoglio: gliel'ho fatto notare, e il nostro affetto è cresciuto». Certa borghesia ha ancora paura della Napoli vitale e fuori dalla Storia del Decameron.
«Dunque, bisogna lottare per la conservazione di tutte le forme, alterne e subalterne, di cultura. È ciò che avete fatto voi in tutti questi anni, specialmente negli ultimi. E siete riusciti a trovare forme alterne e subalterne di cultura dappertutto: al centro della città, e negli angoli più lontani, più morti, più infrequentabili. Non avete avuto alcun rispetto umano, nessuna falsa dignità, e non siete soggiaciuti ad alcun ricatto. Non avete avuto paura né di meretrici né di pubblicani, e neanche - ed è tutto dire - di fascisti» scrisse il poeta rivolgendosi ai Radicali, poco prima di essere ucciso. E fu frainteso. Berlusconi invece lo prese alla lettera, fino alle estreme conseguenze, fino a scardinare il fascimo dell'antifascismo attraverso un rassemblement pour la deuxième république che ha saputo parlare al popolo di Predappio e a quello di Padre Pio, ai sottoproletari e agli analfabeti, agli avanzi di galera e alle partite IVA. Fino a scandalizzare la sinistra pacifinta che scenderebbe a patti con Bin Laden ma alla cosiddetta mafia, forza del passato, riserva solo e sempre dichiarazioni di guerra. Perché è necessario «dimenticare subito i grandi successi: e continuare imperterriti, ostinati, eternamente contrari, a pretendere, a volere, a identificarvi col diverso; a scandalizzare; a bestemmiare».

Appunti eretici, il ritorno

Mi chiedi di parlare, stavolta. Mi chiedi di rompere almeno stavolta il silenzio che ho scelto, che da settimane mi impongo per non mischiarmi alle cicale. E lo faccio. Perché ho saputo che in giro si organizzano convegni di catastrofisti, dopo un’estate in cui le piogge m’hanno impedito di raggiungere non so più quale paese negramente popolato. Dopo un inverno in cui mi è capitato di dover cercare sotto quattordici metri di nevi la mia amata Torpedo. Evidentemente ciò non basta a placare le lagne dei fan del riscaldamento globale. Nell’attesa che vengano tagliati i fondi a questo genere di raduni la mia sola speranza è il buon senso comune, quello che permette alla gente di non piegarsi a stili di vita perdenti ed equo-solidali.
L’altra emergenza è quella delle aggressioni agli uomini-sessuali. Si tratta di episodi terribili, per carità. Ma difficilmente troverete sui grandi quotidiani riflessioni a mente fredda in proposito. Di sicuro non troverete i dati dell‘Istituto Maggie Tatcher. Dopo un puntuale lavoro di “attenzionatura” è emerso che laddove la percentuale di invertiti tende a zero anche le aggressioni contro costoro diminuiscono sensibilmente. Addirittura nelle aree in cui la popolazione è interamente normale questo genere di reati per nulla politically correct tende a scomparire. Qual è la vera causa allora? Non chiedetelo alle anime belle del pluralismo di casa nostra.
Sì, le stesse anime belle del pluralismo che si battono per la libertà di stampa. Raccolgono firme, scendono in piazza. In questi giorni festeggiano l’uscita del Fatto quotidiano, il primo giornale che per essere coerente con la propria linea editoriale è stato impaginato come una lettera minatoria. Per fortuna non sono la maggioranza. All’amico Mario Cervi arrivano ancora lettere questa: “Non riesco a capacitarmi del fatto che si tolleri con tanta leggerezza il proliferare di giornali nuovi, vedi quello di Marco Travaglio, l’uomo più viscido della sinistra disfattista e sempre alla ricerca di nuovi modi per indebolire il premier, vista la continua ascesa dello stesso nel consenso degli italiani. Possibile che l’avvocato Ghedini non riesca a trovare un reato plausibile per la chiusura di queste «vipere» che strisciano con il continuo intento di mordere il premier e causarne la morte politica? Un giornale che palesemente offende e denigra il capo del governo va subito chiuso. Lasciamo poi le critiche a chi è nato per criticare tutti gli avversari politici. Una volta creato l’esempio gli altri giornali di sinistra si guarderanno dal continuare ad offendere il premier e la sua coalizione. Possibile che non si riesca a trovare una norma che preveda l’attentato morale al capo del governo? Io credo che l’unica soluzione a questo continuo stillicidio di calunnie sia quello di rispondere con i sistemi usati (che io non approvo) da Putin nei confronti della Georgia, e della Cina nei confronti dei monaci tibetani: «La forza». Dopo una serie di bastonate inflitte a Franceschini, D’Alema, Travaglio, Santoro e Maurizio Mannoni, si vedrebbero subito i risultati, si vedrebbe il ritorno del rispetto nei confronti di Berlusconi.” L’Italia che lavora, insomma, non ci sta. Che senso eleggere un capo del governo se questo può essere soggetto alla critica del primo stronzo che passa per la strada? Con quale serenità potrà mai operare e riformare?
In America grazie a Internet qualcuno si sta svegliando. Mi riferisco ai Billionaires for Wealthcare, un manipolo di volenterosi che non si vergogna del proprio successo. Stanno lottando contro il socialismo Obamaniaco del “più diritti per tutti” e altri incubi ad occhi aperti che minano la libertà d’intrapresa. Impossibile non pensare a quel grande film del/sul ‘68 che fu La notte dei morti viventi di Romero. Gli zombie metafora dei pezzenti livorosi che credono di resuscitare dalla morte sociale elemosinando diritti e un cinema, l’horror moderno, che rade al suolo i miti del culturame progressista.

mercoledì 4 novembre 2009

Crocifisso: una ricetta liberale

C'avevano già tolto la Lira, in tutti i sensi. Ora gli eurolatri tornano all'attacco e in barba alle più elementari regole democratiche puntano a far fuori il crocifisso dalle nostre vite. Ma una miracolosa ricetta liberale arriva in aiuto: privatizzare le pareti scolastiche, mettere all'asta gli spazi in modo che chiunque, Santa Romana Chiesa compresa, possa concorrere all'addobbo e far valere il proprio peso. "Non esiste professione di fede valida che non sia accompagnata dall’obolo di uno scellino".

giovedì 29 ottobre 2009

martedì 27 ottobre 2009

Lolcano

Ogni volta che sento l’enfasi del cronista, raccontare l’ultimo incidente stradale causato da un ubriaco o, peggio ancora, da un drogato al volantemi chiedo:

Ma che differenza c’è tra un incidente causato da un ubriaco ed uno causato da uno sano?

Quando, in entrambi i casi, ci sono dei morti e delle vittime che differenza fa?

Perché contro gli ubriachi e i drogati ci si accanisce di più?

Il teorema dominante recita :

Loro potevano evitare l’incidente non bevendo o non mettendosi alla guida ubriachi”.

E invece gli “altri” , quelli sani che provocano incidenti, no?

Vasco Rossi

Una lezione di garantismo

"Il giudice ha fatto una sentenza. Basta. Chiusa la storia". Libero, Il Giornale, L'Opinione, Liberal e Il Velino dovrebbero valorizzare realtà come Montalto di Castro, scrigno di libertà e diritti umani. C'è molto più da imparare, in termini di civiltà giuridica, dagli umili abitanti di questi piccoli borghi che nei salotti dei sedicenti nipotini del Beccaria.

giovedì 8 ottobre 2009

Sarà contenta Al Qaeda

Ecco dove è andato a finire il danaro pubblico sottratto dalla sinistra pacifinta: proiettili sparati in aria per festeggiare la bocciatura del Lodo Alfano. Accadde in Terra Santa, mercoledì 7 ottobre 2009.

martedì 6 ottobre 2009

Il prezzo della libertà

"E' una vergogna, ma con una semplice raccolta fondi possiamo aiutare il Premier a pagare la sua multa dimostrando al mondo di che pasta siamo fatti: considerando che alle elezioni 2008 gli elettori del centrodestra sono stati 17.064.314 (ed adesso saranno sicuramente aumentati) è sufficiente che ciascuno doni almeno 750.000.000 / 17.064.314 = 43,95 Euro a testa e la sentenza dei giudici politicizzati non avrà alcun effetto. Tenendo conto di tutte le tasse che ci ha tolto, che ci ha permesso di aumentare il valore delle nostre ville del 20% e di rimpatriare il nero pagandoci il 5% mi sembra proprio il minimo che possiamo fare. Ricordatevi che in gioco c'è sempre la libertà ed il rischio del ritorno dei comunisti. Facciamogli vedere che non siamo noi certo noi i morti di fame. Chiedo alla redazione di comunicare il numero di c/c da utilizzare."

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