Mi chiedi di parlare, stavolta. Mi chiedi di rompere almeno stavolta il silenzio che ho scelto, che da settimane mi impongo per non mischiarmi alle cicale. E lo faccio. Perché ho saputo che in giro si organizzano convegni di catastrofisti, dopo un’estate in cui le piogge m’hanno impedito di raggiungere non so più quale paese negramente popolato. Dopo un inverno in cui mi è capitato di dover cercare sotto quattordici metri di nevi la mia amata Torpedo. Evidentemente ciò non basta a placare le lagne dei fan del riscaldamento globale. Nell’attesa che vengano tagliati i fondi a questo genere di raduni la mia sola speranza è il buon senso comune, quello che permette alla gente di non piegarsi a stili di vita perdenti ed equo-solidali.
L’altra emergenza è quella delle aggressioni agli uomini-sessuali. Si tratta di episodi terribili, per carità. Ma difficilmente troverete sui grandi quotidiani riflessioni a mente fredda in proposito. Di sicuro non troverete i dati dell‘Istituto Maggie Tatcher. Dopo un puntuale lavoro di “attenzionatura” è emerso che laddove la percentuale di invertiti tende a zero anche le aggressioni contro costoro diminuiscono sensibilmente. Addirittura nelle aree in cui la popolazione è interamente normale questo genere di reati per nulla politically correct tende a scomparire. Qual è la vera causa allora? Non chiedetelo alle anime belle del pluralismo di casa nostra.
Sì, le stesse anime belle del pluralismo che si battono per la libertà di stampa. Raccolgono firme, scendono in piazza. In questi giorni festeggiano l’uscita del Fatto quotidiano, il primo giornale che per essere coerente con la propria linea editoriale è stato impaginato come una lettera minatoria. Per fortuna non sono la maggioranza. All’amico Mario Cervi arrivano ancora lettere questa: “Non riesco a capacitarmi del fatto che si tolleri con tanta leggerezza il proliferare di giornali nuovi, vedi quello di Marco Travaglio, l’uomo più viscido della sinistra disfattista e sempre alla ricerca di nuovi modi per indebolire il premier, vista la continua ascesa dello stesso nel consenso degli italiani. Possibile che l’avvocato Ghedini non riesca a trovare un reato plausibile per la chiusura di queste «vipere» che strisciano con il continuo intento di mordere il premier e causarne la morte politica? Un giornale che palesemente offende e denigra il capo del governo va subito chiuso. Lasciamo poi le critiche a chi è nato per criticare tutti gli avversari politici. Una volta creato l’esempio gli altri giornali di sinistra si guarderanno dal continuare ad offendere il premier e la sua coalizione. Possibile che non si riesca a trovare una norma che preveda l’attentato morale al capo del governo? Io credo che l’unica soluzione a questo continuo stillicidio di calunnie sia quello di rispondere con i sistemi usati (che io non approvo) da Putin nei confronti della Georgia, e della Cina nei confronti dei monaci tibetani: «La forza». Dopo una serie di bastonate inflitte a Franceschini, D’Alema, Travaglio, Santoro e Maurizio Mannoni, si vedrebbero subito i risultati, si vedrebbe il ritorno del rispetto nei confronti di Berlusconi.” L’Italia che lavora, insomma, non ci sta. Che senso eleggere un capo del governo se questo può essere soggetto alla critica del primo stronzo che passa per la strada? Con quale serenità potrà mai operare e riformare?
In America grazie a Internet qualcuno si sta svegliando. Mi riferisco ai Billionaires for Wealthcare, un manipolo di volenterosi che non si vergogna del proprio successo. Stanno lottando contro il socialismo Obamaniaco del “più diritti per tutti” e altri incubi ad occhi aperti che minano la libertà d’intrapresa. Impossibile non pensare a quel grande film del/sul ‘68 che fu La notte dei morti viventi di Romero. Gli zombie metafora dei pezzenti livorosi che credono di resuscitare dalla morte sociale elemosinando diritti e un cinema, l’horror moderno, che rade al suolo i miti del culturame progressista.