lunedì 29 giugno 2009
domenica 28 giugno 2009
sabato 20 giugno 2009
Viva Abberlusconi
Per una volta dobbiamo ringraziare La7. Come in tutte le reti la vera informazione passa a fatica, i salotti buoni dominano anche le televisioni. E pensare che c'è ancora qualcuno che ha il coraggio di citare il fantomatico conflitto d'interessi. Ebbene, proprio su La7 - in mezzo ai soliti lobbisti, uomosessuali e costituzionalisti vari - è possibile ascoltare la voce di un rappresentate del popolo, quel popolo a parole tanto difeso dalle sinistre ma sempre dimenticato quando si tratta di passare ai fatti, che sa dispensare parole sagge e condivisibili su chi oggi sta subendo attacchi d'inusitata ferocia. Non sono riuscito a rintracciare la trasmissione da cui proviene, ma chi se ne frega: l'importante è prestare attenzione a chi ha il coraggio di difendere l'amico di "chef, operai, dipendenti, mendicanti, poveri: insomma, di tutti". Di tutti coloro che combattono ogni giorno per la rivoluzione liberale.
Da stampare e conservare
Caro direttore, salvare Catilina, salvare la Repubblica. Roma, I secolo A. C.: Lucio Sergio Catilina è un patrizio romano, uomo coraggioso e di parola. In breve tempo percorre con inaspettato successo tutta la carriera politica, coltivando idee di giustizia sociale e libertà. Per tre volte tenta di raggiungere la carica di console, massima autorità repubblicana, spinto da un consenso popolare straordinario frutto di posizioni anticonformiste, progetti di riforma e profondo senso della Patria.
Per tre volte i poteri forti del tempo utilizzano tutti i mezzi, leciti ed illeciti, per combatterlo e sconfiggerlo. Nella Roma del 50 a.C. esisteva una norma molto lontana dall'attuale concezione del diritto, che alcune moderne marionette del giustizialismo italico vorrebbero applicare anche alla nostra democrazia: ai cittadini romani anche solo inquisiti veniva impedito l'accesso ad ogni carica pubblica. Ed è sulla base di questa norma che Lucio Sergio Catilina viene per due volte accusato di nefandezze a pochi giorni dalle elezioni, interdetto e poi assolto dopo il voto. Ma a chi vede in Catilina e nel suo partito un pericolo troppo grande per i propri interessi, l'esclusione anche solo temporanea del «rivoluzionario conservatore» non può bastare: occorre distruggerne il consenso per intero. Il compito viene affidato al più famoso e abile avvocato del tempo, Marco Tullio Cicerone, alla sua spregiudicatezza e alla sua straordinaria capacità di falsificare i fatti. Cicerone trasforma Catilina in un hostis, un nemico della Patria, servendosi dei più efficaci strumenti dell'epoca: dalle accuse basate su lettere anonime, ai brogli elettorali, ai discorsi retorici tesi a costruire l'immagine più degenerata del suo avversario, fino alle palesi violazioni della legge romana. Tra le accuse più infamanti, Cicerone imputa a Catilina di aver corrotto una giovane vestale, vergine e consacrata alla dea del focolare.
Ci spostiamo di oltre 2000 anni. Al famoso avvocato pensano di sostituirsi procure politicizzate e redazioni di giornali. Al posto delle orazioni di Cicerone, si ascoltano i teoremi mediatici e giudiziari, si assiste all'uso spesso indecente di foto, video e intercettazioni. La tentazione è sempre la stessa: demonizzare il «rivoluzionario conservatore» di oggi. Gli optimates di ieri che armarono le azioni di Cicerone erano i rappresentanti di una classe senatoriale gelosa custode di privilegi politici ed economici; gli optimates che violentano le regole di oggi sono potentati senza patria, politici mediocri e polverosi intellettuali. Il potere non accetta gli imprevisti e spesso i grandi riformatori, gli uomini in grado di cambiare la storia, si presentano all'appuntamento senza bussare. Questo li rende inaccettabili.
Ma la storia maledice il suo ritorno. Il suo tragico fugge davanti alla farsa in cui si trasforma. E così accade che oggi, per distruggere l'uomo che sta cambiando l'Italia, si è persino disposti a distruggere l'Italia stessa. Minando la fiducia nelle istituzioni che quell'uomo rappresenta, il valore di una democrazia fondata sul consenso popolare, l'immagine di una nazione all'estero e la percezione che il Paese ha di se stesso. Si è disposti a far precipitare la dignità nazionale dentro il buco di una serratura. Un'opera di demolizione che non dovrebbe giovare a nessuno. O forse sì. Quando l'avversario politico viene trasformato per forza in un nemico della patria, quando diviene normale distruggerne il nome, la famiglia, gli amici, i collaboratori, la vita stessa, quando trionfano coloro che accusano per mestiere, con illazioni e teoremi, dietro il velo di un'informazione che è spesso solo fango, allora il diritto scompare, le Repubbliche cadono, le libertà civili si spezzano e i Cesari, quelli veri, arrivano di lì a poco.
Deborah Bergamini
Corriere della Sera - 18 giugno 2009
giovedì 11 giugno 2009
mercoledì 10 giugno 2009
PDL transnazionale
Poco più di dieci anni fa le sinistre imperversavano in tutto il pianeta: da Jospin a Clinton, da Schroeder a Ocyalan. Per non parlare dell'Italia, sotto la morsa di Prodi e Cossutta. Qualcuno parlò di Ulivo mondiale e quella breve stagione spianò la strada alle stragi di Al-Qaeda e alla pederastria sovvenzionata dallo stato. Ma il vento è cambiato ed è lecito parlare ora di PDL mondiale: merito del ribelle Silvio Berlusconi e del suo asse con Putin e Gheddafi (modi diversi di declinare in maniera locale i valori che animano il Popolo delle libertà) che tanto fa tremare i salotti buoni della conservazione. Sarebbe bello ringraziare il Presidente del Consiglio assegnandogli l'amministrazione controllata del paese: dieci anni senza inutili consultazioni elettorali e tutti i poteri per liquidare i vecchi riti della democrazia partitocratica. E chissà che magari Kakà non possa tornare al Milan.
venerdì 5 giugno 2009
Francescreen
Si chiama Francescreen ed è la dimostrazione di come l'art.21 Cost. altro non sia che un boomerang per le sinistre.
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