mercoledì 14 maggio 2008

"I panni sporchi si lavano in casa"

Si apre oggi Cannes, quest'anno qualcosa peggio che solita spocchiosa manifestazione radical-chic. Il festival, di per sè, sarà il solito circolo chiuso e autoreferenziale, che premia noiosissimi film provienenti da nazioni improbabili come quella di Borat e che mai potranno avere riscontro di pubblico (ha senso vedere film, come quelli orientali, dove non si distingue un personaggio dall'altro? O il solito documentario moralista sui paesi sedicenti poveri?). La triste novità sarà il risalto che la stampa estera darà ai film italiani in concorso, uno su tutti: Gomorra. Perché ai soloni di casa nostra piace diffondere l'immagine di un paese preda del crimine organizzato, violento, senza speranza. E gli antitaliani abboccheranno. La camorra per costoro è un'ossessione, la chiave di lettura di una realtà grazie a Dio più moderna, che ha saputo andare oltre le vecchie divisioni. "I panni sporchi si lavano in casa": così disse l'on. Andreotti, ai tempi dei redditizi piagnistei firmati Vittorio De Sica, comunista che amava i casinò e la bella vita. Di sicuro Il Divo, film sul grande statista democristiano, anch'esso in concorso a Cannes, indugerà sui lati oscuri della sua vicenda umana e politica, così da soddisfare un pubblico abituato a divertirsi con Travaglio. Ma i panni sono poi davvero sporchi? Di Napoli amiamo ricordare il liberalismo temperato di Achille Lauro, ma non ignoriamo la realtà di oggi: e proprio per questo sappiamo da che parte stare, dalla parte cioè di chi dà pane e lavoro ai giovani e non di chi ruba i bambini. E lo stesso vale per il Divo Andreotti: siamo dalla parte di chi ha creato intrapresa, non di chi ha fatto carriera con l'antimafia.

3 commenti:

Unknown ha detto...

Mi ricorda il cineforum nocerino di "C'eravamo tanto amati" coi notabili del paese che dopo la proiezione di "Ladri di Biciclette" deplorano:
"Opere siffatte offendono la grazia, la poesia, il bello. Questi stracci e questi cessi ci diffamano di fronte al mondo. Di questi filmacci bene ha detto un giovane cattolico di grande avvenire, vicino a De Gasperi: I panni sporchi si lavano in famiglia!"
E ancora (minacciando l'esposto contro il professore sovversivo): "Esposto sacrosanto! Il professor Palumbo fomenta l'odio sociale... E' la parola: fomenta ...e soprattutto offende le tradizioni morali di Nocera Inferiore!"

Fam ha detto...

Aggiungiamo anche la battuta di Stefano Satta Flores, nel medesimo film: "Nocera è inferiore grazie a gente come voi". Retropensiero liberale vuol dire che pensi col didietro?

Anonimo ha detto...

Giulio Andreotti: “i panni sporchi si lavano in famiglia”

Curzio Malaparte: “Non mi stancherò mai di ripetere che vi sono due modi di amare il proprio paese: quello di dire apertamente la verità sui mali, le miserie, le vergogne di cui soffriamo, e quello di nascondere la realtà sotto il mantello dell’ipocrisia, negando piaghe, miserie, e vergogne, anzi esaltandole come virtù nazionali. 
Tra i due modi, preferisco il primo….”
“….la peggior forma di patriottismo è quella di chiudere gli occhi davanti alla realtà,….
Né vale la scusa che i panni sporchi si lavano in famiglia. Vilissima scusa: un popolo sano e libero, se ama la pulizia, i panni sporchi se li lava in piazza. Ed è cosa inutile e ipocrita invocare la carità di patria. 
La carità di patria fa comodo soltanto ai responsabili delle nostre miserie e vergogne, e ai loro complici e servi, fa comodo a chi ci opprime, ci umilia, ci deruba, ci corrompe. Non è certo con questa specie di carità che si potranno evitare nuovi malanni, e nuovi lutti all’Italia. 
Se si vuol portare rimedio alle miserie del popolo, se si vuol aiutare gli italiani a conquistarsi libertà, giustizia, leggi oneste e civili, occorre parlar chiaro, denunziare ad alta voce i soprusi, le violenze, le corruzioni, le frodi. 

Ho forti dubbi che la patria, per la quale si pretenderebbe invocare tale specie di carità, sia la vera patria degli italiani. Credo piuttosto sia quella che Carducci chiamava «La Patria di lor signori»; cioè l’Italia dei servi e dei padroni, un’Italia che non merita né pietà né rispetto. 
Essa non ha nulla a che fare con l’Italia vera, umiliata, affamata, tradita. E non si dica che l’Italia è ormai talmente
avvilita, che non può sopportare la verità, e ha bisogno della menzogna per vivere e sopravvivere. Se non sopporta la verità, se ne vada al diavolo. Io non so che farmene di una patria che non sopporta la verità.”.

Aton Hakim le esigenze del mercato e l’inesorabilità della concorrenza, esigono pubblicità, bugie, falsità, fintonerie emozionali. Loro intendono per patria, il regno del mercato dove imperversa la pubblicità. Per questo, per vendere merci bisogna usare l’Italia indorarla, canticchiarla, incartarla con il fiocco, come per la pubblicità

Conclusione: cattofasciomafioberluschini idioti perchè ignoranti