mercoledì 24 settembre 2008

Un eroe borghese

«Egregi signori credo di aver dimostrato in questo ultimo periodo tutta la disponibilità, non ultima anche quella di incentivarvi sulla produttività e sulle presenze al lavoro. Ma ora mi sto rompendo il cazzo. L'azienda è mia e comando io e basta, chi non è d'accordo se ne andasse a fanculo e verrà anche ringraziato. Se l'organizzazione sindacale, che dovrebbe difendere i posti di lavoro, pensasse di comportarsi con me come con Alitalia, gli rammento che io mi chiamo Pellegrino e non Colaninno. Vi mando non solo a fanculo, vi caccio fuori a calci nel sedere e vi sputo pure in faccia. Spero di essere stato molto chiaro e conciso e non ho niente da dirvi su queste stronzate. Il periodo del terrore e delle minacce, cari signori, è finito da diverso tempo. Dovete pensare a lavorare e basta». Un eroe borghese. Prendo in prestito il titolo da una delle innumerevoli lagne in pellicola della sinistra cinematografara, perché per Rosario Pellegrino non esiste definizione migliore. Vessato dall'arroganza sindacale, come ci informa puntalmente il Corriere del Mezzogiorno, ha saputo reagire mandando all'aria il perbenismo cattocomunista: la lettera qui sopra, inviata alla Cgil, non ha precedenti e ha già provocato la dura reazione di una Confindustria impaurita e oramai omologata al sistema. Forza, Rosario!

1 commento:

Anonimo ha detto...

e poi c'è chi dice che non esiste più la lotta di classe... se questi sono gli "eroi borghesi" siamo messi proprio male