1. FISCO: IMPOSIZIONE REGRESSIVA
Tassazione percentualmente ridotta quanto più i redditi sono alti. Un disincentivo alla povertà e a tutte le culture pauperiste, una maniera efficace di premiare il merito. Tra i sostenitori l'esperto di diritto fiscale Markus Reich. Lo scopo principale di un sistema di imposizione è di coprire i bisogni finanziari dello Stato e non di creare un sistema di ripartizione equo delle risorse, ricorda il professore di Zurigo.
2. PRIVATIZZAZIONI: FOGNATURE, STRADE E FASCE COSTIERE
Si fa un gran parlare delle cosiddette esternalità delle imprese private. Taciuta è - da sempre - l'operazione inversa. Un recente rapporto sulle implicazioni di alcuni vincoli sindacali condotto dal Cato Institute che propone il caso di studio delle vacanze pagate.
Sembra un controsenso, qualsiasi bambino si chiederebbe per qual motivo bisognerebbe pagare una persona per andare al mare invece che lasciargli magari qualche lavoretto da fare - come giustamente la scuola sempre propone - come compito per le vacanze.
Le origini storiche di questa rivendicazione arrivano da lontano, fuori dalle fabbriche, oltre i mercati, nei paesaggi desolati e maltenuti degli svincoli autostradali, delle siepi ingiallite che segano l'orizzonte ai finestrini, dei bordi costellati di automezzi abbandonati, containers arrugginiti, muratori ubriachi. Al fanciullo italiano che si accinge alle tanto agognate - e vogliamo credere poichè siamo ottimisti, meritate- vacanze il paesaggio autostradale che può osservare nel tragitto dalla città alla villeggiatura potrebbe apparire più o meno in questo modo. Appena iniziate le vacanze, subito ci si scontra con evidenti ostacoli e noie, che non di rado sfociano in litigi aumentando i comportamenti devianti. Code, traffico, strutture inefficenti. Esistono ancora i bagni dove per pagare si mette la monetina sul piattino lo sapevate? Noi nel dubbio abbiamo chiesto la sorveglianza dei piattini, contro ogni tentativo di prelievo fiscale su di essi.
Questo è lo stato in cui riversa oggi il sistema delle reti di trasporto in Italia. Un trasporto inefficiente e di pessima qualità, che non può che influenzare negativamente la stessa merce trasportata.
Aggiungete a ciò il rovinoso stato delle fasce costiere italiane, delle spiagge pubbliche, libere ad ogni nefandezza nudista e criminalità e non all'iniziativa individuale, la totale assenza di strutture in questi contesti, magari legittimate in base a qualche legge promulgata dai nuovi marxisti-ambientalisti, e potrete facilmente comprendere come mai un lavoratore italiano chiede soldi al suo datore di lavoro per pagarsi queste vacanze oscene. Nessuno vuole investirci del proprio; e come dar loro torto?
Le autostrade italiane oggi danno l'impressione allo spettatore in vettura di un terreno in cui la modernità stenta ad imporsi, invecchiando seduta stante, cristallizzandosi in cantieri obsoleti e segnaletica scadente.
Anche gli autogrill, stimabile esempio di avanguardia dell'iniziativa individuale nel far west inesplorato e selvaggio delle autostrade pubbliche, stentano ad imporsi e gli incessanti pericoli a cui sono sottoposti non influiscono certo positivamente sulla qualità del servizio.
Un ambiente stradale favorevole all'attività economica è oggi più che mai una priorità assoluta del nostro paese.
Al monopolio dei politici che si spostano in elicotteri pagati dai nostri contributi noi rispondiamo: le strade sono di chi le percorre quotidianamente con la propria macchina, per lavoro e consumo.
Privatizzare le strade signfica garantire marciapiedi puliti dai proprietari delle case in Città e meno buche nel cemento in autostrada, argomento su cui Veltroni ha taciuto vergognosamente nell'ultima campagna elettorale. Una gestione razionale passa ancora una volta un'iniziativa privata che può migliorare la qualità del servizio, con l'irrinunciabile aiuto della tecnologia.
Quella del telepass, secondo un recente rapporto dell'ufficio sugli strumenti finanziari dell'OCSE si offre a molteplici applicazioni. Il telepass ha ormai realizzato appieno l'informatizzazione dei flussi di trasporto. Queste informazioni ci dicono - in tempo reale - molto sui flussi di trasporto e qualora il telepass venisse ricondotto a codici a barre più precisi, cosa che la cammera di commercio internazionale di Parigi si sta apprestando a realizzare, potremmo monitorare non solo chi trasporta, ma anche cosa trasporta.
Il telepass può quindi informarci sui flussi di merci trasportate. Aprire subito una borsa europea sui flussi autostradali è la nostra idea, proponendo subito un capitolo a parte per l'istituzione di futures sui livelli di traffico sul grande raccordo anulare di Roma. Rigettiamo ogni finanziamento statale, attraverso l'attività borsistica gli italiani possono scommettere sul traffico che ci sarà il dieci agosto sulla Torino-Savona e controllare in tal modo flussi di trasporto e partecipare in prima persona all realizzazione di un nuovo, migliore, sistema stradale.
Fare la cacca. Tirare l'acqua. Piccoli gesti quotidiani, dietro cui si nasconde un grande, immenso mondo di circolazione di prodotti, più o meno organici, che i disordinati e polverosi registri catastali sono soliti definire come "sistema fognario". In un mondo sempre più dinamico e soggetto a continue interdipendenze economiche e sociali però, questa definizione - approfittando della disinformazione e del senso comune - nasconde oggi agli italiani un signfiicato più profondo, rivoluzionario, che questo groviglio di tubi, città sotterranea, specchio metaforico della superficie, metà rifiutata, indubbiamente possiede: oggi le reti di risorse fognarie sono il più grande mercato mondiale inutilizzato.
Per farci un'idea dell'enorme quantità di materia prima e di come possa essere utilizzata per il bene dei cittadini basta volgere l'occhio all'estero: sfogliando il Melbourne Water Report* 2005 saltano all'occhio dati impressionanti. Melbourne produce giornalmente circa 925 milioni di litri di liquame, 130 dei quali tra le 8 e le 10 di mattina. Sembrerebbe paradossale ricordare in tale contesto il ben noto adagio "il mattino ha l'oro in bocca" ma proseguendo scopriremo che al contrario, citando un famoso libertario forse erroneamente poco incline alla prosperità ma sicuramente forte alleato nella battaglia contro le statocrazie e burocrazie di ogni genere, "dalla letame nascono i fiori". L'idea questa volta arriva dalla Norvegia, dove alcuni tecnici locali hanno messo a punto un sistema di refrigeramento in grado di produrre energia assorbendo il calore della materia organica presente nelle condotte**. Lo stato norvegese - sguinzagliando la Municipalità di Oslo - ha riconfermato la sua vocazione socialista, totalitaria e dirigista reclamando la proprietà pubblica dell'invenzione sottraendo ai tecnici il frutto del loro merito. Come moderni Galilei, soffocati dal passato ancora presente attorno a loro, i tecnici norvegesi hanno mostrato al mondo -nonostante l'esproprio subito- che - così come i rifiuti per i termovalorizzatori - anche le fogne sono un grande mercato energetico. Un grande mercato quindi, ancora inesploratoe pieno di potenziali sorprese per chi tra i più impavidi imprenditori dovesse avventurarcisi.
Questo aneddoto riassume in se stesso sfide ed ostacoli che oggi incontrano i nuovi processi di liberazione delle forze umane nell'economia. Da un lato il progresso tecnologico, tramite il merito di fidati gruppi di selezionati esperti, propone incessantemente nuovi modi per estendere il dominio della razionalità umana sulle cose, che ci permette oggi di godere di standard di vita che anche solo 50 anni fa ritenevamo inimmaginabili. Daltronde ciò rimane di fondamentale importanza, per quel che riguarda il caso specifico, sopratutto dal punto di vita alimentare. Dall'altra parte, forze conservatrici si oppongono a questo processo di liberazione. Sovranità statali eccessive, interventismi di ogni genere, comitati, movimenti NIMBY, ed un senso comune ahimè non ancora completamente fidelizzato ai benefici del libero mercato si oppongono alla realizazione di un mercato veramente, ma VERAMENTE libero.
Immaginatevi ogni fogna produrre energia per decine di migliaia di persone. Casa vostra riscaldata in questo modo, niente più bollette, solo sciacquoni. Questo è il paesaggio futuro immaginato dala nostra proposta.
Il monopolio statale e municipale in questo caso però è dietro l'angolo. Vogliono sfruttare le nostre feci per produrre energia da rivenderci (paradossale!) avendo anche l'accuratezza di specificare che l'operazione è a prezzo popolare.
Il liquame fognario e la sua capacità di produrre energia ci appartengono in quanto individui e l'energia che può scaturirne è nostra, non lasciamocela rubare. Privatizzare le reti di risorse fognarie significa collegare agli interessi di ciascuno una piccola parte di esse. Chi avrà l'accortezza di utilizzare i migliori materiali isolanti per disperdere il meno possibile il calore che vedrà riconvertito in energia gratuita per la propria abitazione? Non certo le ingombranti
e inefficienti forze pubbliche, ma ognuno di noi.
Questa è -ad oggi- la frontiera del federalismo energetico. Prendiamone coscienza.
*
http://tinyurl.com/5j9yxm
**
http://tinyurl.com/6zaodh
3. CASTA: RIDUZIONE DEL NUMERO DI PARLAMENTARI A 60 UNITA'.
Una camera con tre parlamentari per regione è sufficiente. Meno spese, lavoro più spedito.
4. SBUROCRATIZZAZIONE: UN'IMPRESA IN UN MINUTO
Basterà inviare una mail al Registro delle imprese on-line e attendere l'avvenuta ricezione. Non più di un minuto.
5. SICUREZZA: SI' ALLE POLIZIE PRIVATE.
Sussidiarietà nella tutela dell'ordine pubblico. Liberalizzazione e promozione delle agenzie di sicurezza e protezione private con licenza di uccidere nei casi previsti dalla legge. Il grande Rothbard ha dimostrato la superiorità del privato sul pubblico ("il cliente ha sempre ragione, a meno che a servirlo non sia lo Stato...senza dimenticare guardie private, compagnie di assicurazione ed investigatori privati che negli anni hanno già dimostrato la loro efficienza.")
6. IMMIGRAZIONE: CERTIFICATI PER GLI STRANIERI
Ogni cittadino - maschio bianco adulto - potrà disporre di un certificato per la presenza di uno straniero: potrà decidere se venderlo a un intraprenditore che necessita di manodopoera volenterosa e malleabile oppure tenerla per sé, contribuendo alla salvaguardia della quiete pubblica. Il mercato deciderà la quota ottimale di certificati in circolazione, che continueranno a essere venduti fino a quando i benefici alla produttività supereranno i danni provocati dall'immigrazione.
7. ABOLIZIONE DELL'OBBLIGO SCOLASTICO
Si fa un bel dire che oggi la scuola dev'essere sopratutto formazione e che deve premiare la capacità e l'iniziativa, ma per un reale cambiamento bisogna saper prendere coraggio, quel coraggio Chamberlainiano prima e Thatcheriano poi che vogliamo attualizzare nella nostra proposta.
Chi va a scuola lo fa investendo per il proprio futuro, e in onore a questo principio vogliamo che questa adesione sia libera, volontaria come gli scambi più puri, e non forzata come gli scambi ineguali a cui ci costringe il postino pubblico nello scaricarci lettere non rifiutabili davanti a casa, giusto per fare un esempio.
E' insopportabile per un giovane concorrente di oggi vedersi seguito da fannulloni, probabilmente già in partenza educati - probabilmente secondo i dettami ideologici e sindacali - a crescere sulle spalle degli altri, che copieranno i suoi compiti in classe, lo renderanno insicuro e probabilmente, e questo è ciò che più ci addolora e ci indigna come uomini, come individui e primariamente come ferrei e resistenti paladini liberali e democratici, lo prenderanno in giro. Se questi giocondi discoli vogliono entrare nella scuola saranno accolti e la scuola liberale porrà loro davanti un imperituro bivio: migliorare, crescere, o uscire dal gioco. Ma l'obbligo a farne parte risulta vilipendio a chi frequenta per libera volontà.
Vogliamo una scuola utilizzata da chi pensa a cosa fare per essa, magari diventando imprenditore e comprandola per poi accudire come solo un figlio sa fare con la propria madre, e non affollata di improbabili masse che chiedono alla scuola cosa questa può fare per loro. I burocrati saranno pronti ovviamente a regalare loro ogni sorta di spreco per garantirsi voti e consenso, ma non potranno mai donare loro l'indipendenza del vero scolaro, quello che a scuola ci va senza obbligo, per libertà, per conquistare il mondo.
2. PRIVATIZZAZIONI: FOGNATURE, STRADE E FASCE COSTIERE
Si fa un gran parlare delle cosiddette esternalità delle imprese private. Taciuta è - da sempre - l'operazione inversa. Un recente rapporto sulle implicazioni di alcuni vincoli sindacali condotto dal Cato Institute che propone il caso di studio delle vacanze pagate.
Sembra un controsenso, qualsiasi bambino si chiederebbe per qual motivo bisognerebbe pagare una persona per andare al mare invece che lasciargli magari qualche lavoretto da fare - come giustamente la scuola sempre propone - come compito per le vacanze.
Le origini storiche di questa rivendicazione arrivano da lontano, fuori dalle fabbriche, oltre i mercati, nei paesaggi desolati e maltenuti degli svincoli autostradali, delle siepi ingiallite che segano l'orizzonte ai finestrini, dei bordi costellati di automezzi abbandonati, containers arrugginiti, muratori ubriachi. Al fanciullo italiano che si accinge alle tanto agognate - e vogliamo credere poichè siamo ottimisti, meritate- vacanze il paesaggio autostradale che può osservare nel tragitto dalla città alla villeggiatura potrebbe apparire più o meno in questo modo. Appena iniziate le vacanze, subito ci si scontra con evidenti ostacoli e noie, che non di rado sfociano in litigi aumentando i comportamenti devianti. Code, traffico, strutture inefficenti. Esistono ancora i bagni dove per pagare si mette la monetina sul piattino lo sapevate? Noi nel dubbio abbiamo chiesto la sorveglianza dei piattini, contro ogni tentativo di prelievo fiscale su di essi.
Questo è lo stato in cui riversa oggi il sistema delle reti di trasporto in Italia. Un trasporto inefficiente e di pessima qualità, che non può che influenzare negativamente la stessa merce trasportata.
Aggiungete a ciò il rovinoso stato delle fasce costiere italiane, delle spiagge pubbliche, libere ad ogni nefandezza nudista e criminalità e non all'iniziativa individuale, la totale assenza di strutture in questi contesti, magari legittimate in base a qualche legge promulgata dai nuovi marxisti-ambientalisti, e potrete facilmente comprendere come mai un lavoratore italiano chiede soldi al suo datore di lavoro per pagarsi queste vacanze oscene. Nessuno vuole investirci del proprio; e come dar loro torto?
Le autostrade italiane oggi danno l'impressione allo spettatore in vettura di un terreno in cui la modernità stenta ad imporsi, invecchiando seduta stante, cristallizzandosi in cantieri obsoleti e segnaletica scadente.
Anche gli autogrill, stimabile esempio di avanguardia dell'iniziativa individuale nel far west inesplorato e selvaggio delle autostrade pubbliche, stentano ad imporsi e gli incessanti pericoli a cui sono sottoposti non influiscono certo positivamente sulla qualità del servizio.
Un ambiente stradale favorevole all'attività economica è oggi più che mai una priorità assoluta del nostro paese.
Al monopolio dei politici che si spostano in elicotteri pagati dai nostri contributi noi rispondiamo: le strade sono di chi le percorre quotidianamente con la propria macchina, per lavoro e consumo.
Privatizzare le strade signfica garantire marciapiedi puliti dai proprietari delle case in Città e meno buche nel cemento in autostrada, argomento su cui Veltroni ha taciuto vergognosamente nell'ultima campagna elettorale. Una gestione razionale passa ancora una volta un'iniziativa privata che può migliorare la qualità del servizio, con l'irrinunciabile aiuto della tecnologia.
Quella del telepass, secondo un recente rapporto dell'ufficio sugli strumenti finanziari dell'OCSE si offre a molteplici applicazioni. Il telepass ha ormai realizzato appieno l'informatizzazione dei flussi di trasporto. Queste informazioni ci dicono - in tempo reale - molto sui flussi di trasporto e qualora il telepass venisse ricondotto a codici a barre più precisi, cosa che la cammera di commercio internazionale di Parigi si sta apprestando a realizzare, potremmo monitorare non solo chi trasporta, ma anche cosa trasporta.
Il telepass può quindi informarci sui flussi di merci trasportate. Aprire subito una borsa europea sui flussi autostradali è la nostra idea, proponendo subito un capitolo a parte per l'istituzione di futures sui livelli di traffico sul grande raccordo anulare di Roma. Rigettiamo ogni finanziamento statale, attraverso l'attività borsistica gli italiani possono scommettere sul traffico che ci sarà il dieci agosto sulla Torino-Savona e controllare in tal modo flussi di trasporto e partecipare in prima persona all realizzazione di un nuovo, migliore, sistema stradale.
______________________________________
Fare la cacca. Tirare l'acqua. Piccoli gesti quotidiani, dietro cui si nasconde un grande, immenso mondo di circolazione di prodotti, più o meno organici, che i disordinati e polverosi registri catastali sono soliti definire come "sistema fognario". In un mondo sempre più dinamico e soggetto a continue interdipendenze economiche e sociali però, questa definizione - approfittando della disinformazione e del senso comune - nasconde oggi agli italiani un signfiicato più profondo, rivoluzionario, che questo groviglio di tubi, città sotterranea, specchio metaforico della superficie, metà rifiutata, indubbiamente possiede: oggi le reti di risorse fognarie sono il più grande mercato mondiale inutilizzato.
Per farci un'idea dell'enorme quantità di materia prima e di come possa essere utilizzata per il bene dei cittadini basta volgere l'occhio all'estero: sfogliando il Melbourne Water Report* 2005 saltano all'occhio dati impressionanti. Melbourne produce giornalmente circa 925 milioni di litri di liquame, 130 dei quali tra le 8 e le 10 di mattina. Sembrerebbe paradossale ricordare in tale contesto il ben noto adagio "il mattino ha l'oro in bocca" ma proseguendo scopriremo che al contrario, citando un famoso libertario forse erroneamente poco incline alla prosperità ma sicuramente forte alleato nella battaglia contro le statocrazie e burocrazie di ogni genere, "dalla letame nascono i fiori". L'idea questa volta arriva dalla Norvegia, dove alcuni tecnici locali hanno messo a punto un sistema di refrigeramento in grado di produrre energia assorbendo il calore della materia organica presente nelle condotte**. Lo stato norvegese - sguinzagliando la Municipalità di Oslo - ha riconfermato la sua vocazione socialista, totalitaria e dirigista reclamando la proprietà pubblica dell'invenzione sottraendo ai tecnici il frutto del loro merito. Come moderni Galilei, soffocati dal passato ancora presente attorno a loro, i tecnici norvegesi hanno mostrato al mondo -nonostante l'esproprio subito- che - così come i rifiuti per i termovalorizzatori - anche le fogne sono un grande mercato energetico. Un grande mercato quindi, ancora inesploratoe pieno di potenziali sorprese per chi tra i più impavidi imprenditori dovesse avventurarcisi.
Questo aneddoto riassume in se stesso sfide ed ostacoli che oggi incontrano i nuovi processi di liberazione delle forze umane nell'economia. Da un lato il progresso tecnologico, tramite il merito di fidati gruppi di selezionati esperti, propone incessantemente nuovi modi per estendere il dominio della razionalità umana sulle cose, che ci permette oggi di godere di standard di vita che anche solo 50 anni fa ritenevamo inimmaginabili. Daltronde ciò rimane di fondamentale importanza, per quel che riguarda il caso specifico, sopratutto dal punto di vita alimentare. Dall'altra parte, forze conservatrici si oppongono a questo processo di liberazione. Sovranità statali eccessive, interventismi di ogni genere, comitati, movimenti NIMBY, ed un senso comune ahimè non ancora completamente fidelizzato ai benefici del libero mercato si oppongono alla realizazione di un mercato veramente, ma VERAMENTE libero.
Immaginatevi ogni fogna produrre energia per decine di migliaia di persone. Casa vostra riscaldata in questo modo, niente più bollette, solo sciacquoni. Questo è il paesaggio futuro immaginato dala nostra proposta.
Il monopolio statale e municipale in questo caso però è dietro l'angolo. Vogliono sfruttare le nostre feci per produrre energia da rivenderci (paradossale!) avendo anche l'accuratezza di specificare che l'operazione è a prezzo popolare.
Il liquame fognario e la sua capacità di produrre energia ci appartengono in quanto individui e l'energia che può scaturirne è nostra, non lasciamocela rubare. Privatizzare le reti di risorse fognarie significa collegare agli interessi di ciascuno una piccola parte di esse. Chi avrà l'accortezza di utilizzare i migliori materiali isolanti per disperdere il meno possibile il calore che vedrà riconvertito in energia gratuita per la propria abitazione? Non certo le ingombranti
e inefficienti forze pubbliche, ma ognuno di noi.
Questa è -ad oggi- la frontiera del federalismo energetico. Prendiamone coscienza.
*
http://tinyurl.com/5j9yxm
**
http://tinyurl.com/6zaodh
3. CASTA: RIDUZIONE DEL NUMERO DI PARLAMENTARI A 60 UNITA'.
Una camera con tre parlamentari per regione è sufficiente. Meno spese, lavoro più spedito.
4. SBUROCRATIZZAZIONE: UN'IMPRESA IN UN MINUTO
Basterà inviare una mail al Registro delle imprese on-line e attendere l'avvenuta ricezione. Non più di un minuto.
5. SICUREZZA: SI' ALLE POLIZIE PRIVATE.
Sussidiarietà nella tutela dell'ordine pubblico. Liberalizzazione e promozione delle agenzie di sicurezza e protezione private con licenza di uccidere nei casi previsti dalla legge. Il grande Rothbard ha dimostrato la superiorità del privato sul pubblico ("il cliente ha sempre ragione, a meno che a servirlo non sia lo Stato...senza dimenticare guardie private, compagnie di assicurazione ed investigatori privati che negli anni hanno già dimostrato la loro efficienza.")
6. IMMIGRAZIONE: CERTIFICATI PER GLI STRANIERI
Ogni cittadino - maschio bianco adulto - potrà disporre di un certificato per la presenza di uno straniero: potrà decidere se venderlo a un intraprenditore che necessita di manodopoera volenterosa e malleabile oppure tenerla per sé, contribuendo alla salvaguardia della quiete pubblica. Il mercato deciderà la quota ottimale di certificati in circolazione, che continueranno a essere venduti fino a quando i benefici alla produttività supereranno i danni provocati dall'immigrazione.
7. ABOLIZIONE DELL'OBBLIGO SCOLASTICO
Si fa un bel dire che oggi la scuola dev'essere sopratutto formazione e che deve premiare la capacità e l'iniziativa, ma per un reale cambiamento bisogna saper prendere coraggio, quel coraggio Chamberlainiano prima e Thatcheriano poi che vogliamo attualizzare nella nostra proposta.
Chi va a scuola lo fa investendo per il proprio futuro, e in onore a questo principio vogliamo che questa adesione sia libera, volontaria come gli scambi più puri, e non forzata come gli scambi ineguali a cui ci costringe il postino pubblico nello scaricarci lettere non rifiutabili davanti a casa, giusto per fare un esempio.
E' insopportabile per un giovane concorrente di oggi vedersi seguito da fannulloni, probabilmente già in partenza educati - probabilmente secondo i dettami ideologici e sindacali - a crescere sulle spalle degli altri, che copieranno i suoi compiti in classe, lo renderanno insicuro e probabilmente, e questo è ciò che più ci addolora e ci indigna come uomini, come individui e primariamente come ferrei e resistenti paladini liberali e democratici, lo prenderanno in giro. Se questi giocondi discoli vogliono entrare nella scuola saranno accolti e la scuola liberale porrà loro davanti un imperituro bivio: migliorare, crescere, o uscire dal gioco. Ma l'obbligo a farne parte risulta vilipendio a chi frequenta per libera volontà.
Vogliamo una scuola utilizzata da chi pensa a cosa fare per essa, magari diventando imprenditore e comprandola per poi accudire come solo un figlio sa fare con la propria madre, e non affollata di improbabili masse che chiedono alla scuola cosa questa può fare per loro. I burocrati saranno pronti ovviamente a regalare loro ogni sorta di spreco per garantirsi voti e consenso, ma non potranno mai donare loro l'indipendenza del vero scolaro, quello che a scuola ci va senza obbligo, per libertà, per conquistare il mondo.